La redazione del sito Recensione Libro.it intervista lo scrittore Matteo Kabra Lorenzi autore del libro Siero nero
1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro Siero nero, cosa diresti?
Siero Nero parla a noi tutti, senza distinzioni. Racconta – tramite un’ampia iperbole articolata nel tempo – come sia importante che ogni cosa si decida di fare nella vita la si affronti senza secondi fini e con genuinità. Sono dell’idea che fino a quando una persona si dedica con amore e passione a ciò che fa, in tutti i campi, non avrà brutte sorprese. L’arrivismo a tutti i costi, che fa perdere il controllo di sé, è una brutta bestia!
2. Da dove nasce l’ispirazione per raccontare questa storia in cui si parla di musica, amicizia, amore, litigi, ma anche dell’accecante mondo dello spettacolo?
L’ispirazione nasce dalla vita vera, quella in cui mi sono trovato a camminare io, dove ho sguazzato in prima persona, diciamo. Ci sono episodi e aneddoti realmente accaduti, altri che mi hanno solo sfiorato, a cui si aggiungono situazioni che ho elaborato attraverso una storia di fantasia, grazie ad esperienze e vicissitudini di amici artisti e musicisti che mi hanno colpito. Ne esce una storia che mette in primo piano, marcandoli a fuoco sulla pelle del protagonista, alcuni valori importanti come l’amicizia sincera, gli affetti più profondi e la passione per un hobby o un lavoro che in questo caso è la musica, ma potrebbe tranquillamente essere qualsiasi altra cosa.
3. Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Mi piace l’idea che i lettori s’immergano in una storia ricca di situazioni, con l’intreccio tra passato e presente che si sviluppa lungo il racconto e si rivela con lo scorrere del libro sempre più serrato. La cosa che mi piacerebbe di più è che chi prende in mano il mio romanzo possa immedesimarsi nel protagonista, vivendone le ansie e i dilemmi interiori, per capire come si possa risollevarsi facendo leva sulla volontà e sulle persone realmente vicine e redimersi da alcuni errori che inevitabilmente prima o poi facciamo durante il nostro percorso di vita. C’è sempre tempo per rinsavire!
4. C’è qualcosa che Matteo Kabra Lorenzi avrebbe voluto aggiungere al libro, quando lo ha letto dopo la pubblicazione?
Sinceramente no, anzi, potendo avrei piuttosto sfrondato ulteriormente ma c’erano cose che necessitavano di essere scritte, c’erano memorie che dovevano essere fissate in un libro. Il romanzo d’esordio inevitabilmente porta con sé una necessità quasi liberatoria di buttare il proprio cuore in toto e senza filtri nelle pagine… e io non sfuggo a questa casistica, ne sono consapevole! Tuttavia per come è strutturato e per il significato che volevo dare a Siero Nero non potevo fare diversamente.
5. Se Matteo Kabra Lorenzi dovesse utilizzare tre aggettivi per definire Siero nero, quali userebbe?
Sincero, vivo, intenso.
6. Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Da molti è stato consigliato agli amanti della musica. Io credo però che questo è un libro che parla di vita e ho la certezza che chiunque possa ritrovarsi. Ecco, l’immedesimarsi in molte situazioni a mio avviso potrebbe essere la “leva” principale perché si decida di leggerlo.
7. Matteo Kabra Lorenzi ha nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?
Sì, oltre al mio parallelo percorso musicale, dove compongo canzoni e canto in una band locale con cui sto terminando il quinto disco, ho già cominciato a scrivere un nuovo romanzo. Non ho fretta, anzi. Necessitavo di buttarmici da subito per non bruciare un’idea particolare che mi era venuta, ma adesso lo lascerò sedimentare…
Sarà una storia molto intrigante che vedrà protagonisti tre personaggi totalmente agli antipodi sia per stile di vita che per nazionalità (uno sceneggiatore giapponese che nel periodo peggiore della sua carriera troverà un’idea vincente, un mediocre personaggio privo di slanci e voglia di vivere che si trascina da casa a ufficio senza altri interessi e un fortunatissimo vincitore di una lotteria che vive di rendita da anni in una villa in collina tra feste e vizi) che attraverso un folle esperimento sociale estremizzato, scambi di personalità, segreti nascosti e vecchie esperienze si ritroveranno molto più vicini di quanto non potessero pensare.
8. Qual è il romanzo che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo anno?
Tra gli ultimi ti posso dire che “Sonnifera” di Riccardo Gramazio è quello che mi ha lasciato un segno davvero profondo, è un viaggio allucinato nella psiche dell’uomo… mi è piaciuto davvero molto ed emotivamente mi ha scosso, come anche “La casa delle voci” di Donato Carrisi. Poi ne ho letti molti altri meritevoli e bellissimi, ma questi due in particolare hanno toccato le corde giuste.
9. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Sarò diplomatico… io credo fortemente che un libro sia in buona percentuale quello che ci mette il lettore, attraverso i suoi pregressi, le sue esperienze, la sua sensibilità e la sua percezione, per costruire una propria chiave di lettura, anche probabilmente rapportata al suo modo di essere. Non mi sentirei mai di sconsigliare un libro a qualcuno. Magari laddove io non sono riuscito ad immergermi qualcun altro invece si butta in un’apnea densa e ricca di emozioni e significati.
10. Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
“Hai un modello letterario? Un autore che ti ha particolarmente segnato nel modo di scrivere?” Ecco, questa domanda è talmente banale che non me l’ha mai fatta nessuno, forse perché ci si concentra sul mio romanzo di solito. Mi autorispondo che per tematiche, stile ficcante, essenziale e concreto, ironia e incredibile arguzia Dino Buzzati è da sempre il mio scrittore preferito e un esempio di straordinario e forse sottovalutato autore.
Sono convinto fosse già nel futuro al suo tempo e io che di solito non sono amante dei racconti, sono sempre stato folgorato dai suoi, proprio per la capacità di comprimere in poche pagine significati immensi. A livello stilistico e per il tenore dei suoi scritti, tra i contemporanei, adoro Gianluca Morozzi. Ogni volta che lo leggo ammiro la sua strepitosa capacità di essere diretto e senza fronzoli ma al tempo stesso di arrivare dritto e creare sempre romanzi geniali e poco scontati.