1. Per iniziare… raccontaci qualcosa di te, qualcosa che vorresti che i nostri lettori sapessero prima di entrare in contatto con il libro che hai scritto.
Diciamo che la passione per la scrittura l’ho sempre avuta. Dal classico diario tenuto alle elementari alle poesie scritte durante il liceo fino ai primi veri racconti ai tempi dell’università. Poi ho avuto l’opportunità di conoscere Leone Editore che mi ha proposto di editare un racconto per una partnership che aveva stretto nel luglio 2012 con un noto quotidiano nazionale. Nottesenzafine è infatti uscita in edicola in allegato al quotidiano e in seguito visto il successo della richiesta è stato editato nel 2013 per il circuito librario.
2. Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Nottesenzafine” cosa diresti?
Nottesenzafine è un incubo metropolitano. E’ un noir che si avvicina più al giallo che al surreale.
3. Il libro narra di una Milano degli anni Ottanta pericolosa e di un ragazzo che è costretto ad affrontare una notte senza fine intrappolato nell’oscurità della città. Ci vuoi raccontare da dove nasce l’idea?
L’idea mi è venuta tornando indietro con la mente ad una sera di fine Luglio di parecchi anni fa quando io e il mio più caro amico Vito abbiamo perso il ‘driver’ con cui eravamo giunti ad una festa sui Navigli di Milano. Dato che ai tempi non esistevano i cellulari e il nostro compagno di feste era così ubriaco da essersi dimenticato di noi, siam dovuti tornare per forza a casa a piedi…
L’unico problema è che vivevamo a Cernusco sul Naviglio ( una cittadina nella periferia milanese) e che ai tempi eravamo belli squattrinati… così ci siam incamminati nella speranza di trovare un passaggio o non so che cosa… Sta di fatto che nessuno ci ha caricato, ma essendo un bel sabato sera di fine Luglio ci siam divertiti ad attraversare a piedi la città in uno dei suoi momenti più belli… cioè nel cuore della movida… in due ore e passa di strada ci siam raccontati aneddoti, ricordato quanto di bello fatto insieme, progettato le vacanze a venire, chiacchierato con ragazze che uscivano dai locali durante il percorso. Insomma, nessuno ci autostoppava ma comunque ci siam divertiti; alla fine madidi di sudore e con i piedi fumanti siam arrivati al limite della città da dove potevam spendere 10.000 lire di corsa extraurbana per un taxi…
Il taxista, impietosito per la nostra condizione, ci condusse a Cernusco nonostante il misero budget a disposizione.
Beh… quel viaggio a piedi di ritorno da Milano mi è rimasto così in mente che ho pensato… perché non costruirci una storia sopra? Perché non farla vivere ad un adolescente ancora più squattrinato? Perché non ambientarla in una fredda notte di Dicembre e fargliene capitare di ogni così da non riuscire a tornare a casa?
E soprattutto perché non tornare indietro nel tempo alla mia adolescenza e collocare il protagonista a fine anni’80…
Chi è nato nei mitici anni ’70 non può dimenticare che la sua adolescenza è passata per quegli anni…
Così è nata NOTTESENZAFINE…
4. Cosa vorresti che il lettore riuscisse a comprendere leggendo il tuo libro? Quale significato non del tutto esplicito vorresti potesse cogliere?
Luca, il protagonista dello short-book, è un ragazzo che, complice quella gelida notte, supera tutte le sue ataviche paure e si lascia andare nel vortice della Nottesenzafine. Si spinge però fino al limite sfidando la paura dell’essere umano di uccidere un altro. Io mi auguro che le persone, prendendo spunto da Luca, possano sfidare se stessi per mettersi in discussione e andare oltre i propri timori più nascosti. Ovviamente senza autodistruggersi o superare il limite dell’ ‘umanamente concesso’…
5. Il romanzo “Nottesenzafine” è un libro malinconico, la cui storia è ben inserita in un contesto storico importante per i giovani di trent’anni fa. L’obiettivo della tua storia è quella di far ricordare il passato o semplicemente di narrare le vicende di un giovane alle prese con un volto sconosciuto della sua città?
Sì, c’è una vena malinconica ma il cortoromanzo ha in sé anche una tensione e un ritmo vertiginoso che sa più di action-movie che di noir. Non a caso il titolo Nottesenzafine è stato dato proprio per dare il senso di una notte senza fiato, vissuta tutta di corsa e il protagonista conta il suo tempo a secondo dei respiri.
Il senso malinconico può apparire agli occhi dei quarantenni di adesso che magari guardano a quel periodo della ‘Milano da bere’ o quella ‘dei paninari’ con un pizzico di nostalgia per i tempi andati… Di fatto, come tu sostieni giustamente, ho cercato di inserirlo in un contesto storico coerente coi fatti e con riferimenti spazio-temporali dettagliati.
Il mio scopo era anche quello di mostrare il volto di una città notturna che magari negli anni ’80 non era così conosciuto, diciamo una sottocittà che si muove all’ombra dei lustrini e delle pailettes dei famosi anni ’80: prostitute, travestiti, magnaccia, modelline di quart’ordine e ‘modellari’.
6. Qual è il romanzo che ha “rivoluzionato” la tua vita conducendoti alla scrittura?
Tornando indietro con la mente credo di Due di due De Carlo… la storia dell’amicizia tra Guido e Mario mi ha fatto capire quanto la scrittura può veramente aprire le porte di infiniti mondi paralleli dentro e fuori di te…
7. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Non dico nessun titolo. Direi invece quel libro che non vi convince già dall’inizio e col passare delle righe non decolla. Lasciate perdere e passate ad altro. Non finitela come fanno alcuni solo perché lo avete comprato o ve l’han regalato. E’ tempo perso che togliete ad un altro libro che invece vi può tenere incollato alle pagine!
8. Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
Caro Maurizio, ma dimmi la verità: sei un agente di viaggio o uno scrittore? Uno scrittore in aspettativa…