La redazione del sito RecensioneLibro.it intervista lo scrittore Giuseppe Ponzi autore del libro “A chi ancora sa guardare le stelle”
Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “A chi ancora sa guardare le stelle”, cosa diresti?
È un romanzo intenso, capace di suscitare emozioni forti e veicolare messaggi importanti. È una storia d’amore che non si ferma ai due protagonisti, ma si apre agli altri prendendosi cura di loro e cercando di migliorare la loro vita.
Da dove nasce l’ispirazione che ti ha spinto a scrivere questo romanzo intenso e pieno di tematiche importanti?
L’ispirazione nasce da fatti realmente accaduti e da luoghi e personaggi autentici. Nelle pagine del libro incontriamo l’Africa con le sue bellezze, ma anche con le tante miserie: la povertà, la guerra, la difficoltà ad accedere alle cure necessarie. Per fortuna anche in quei posti esistono delle realtà che cercano di mantenere viva la fiamma della solidarietà e costruire un futuro a tutti quei bambini le cui giornate sono fatte di privazioni e lavori degradanti. In Sudan, in particolare a Khartum, incontriamo EMERGENCY, un’organizzazione fatta da persone che mettono a disposizione degli altri le proprie competenze e la propria vita.
Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Mi piacerebbe che i lettori riuscissero a comprendere che ciò che ci rende veramente umani è l’amore in tutte le sue declinazioni. Non solo quello verso un uomo o una donna, ma anche quello in grado di cambiare e migliorare le persone. L’amore è quell’energia positiva che indirizza la nostra vita verso il bene.
C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?
La storia che ho raccontato si è delineata lentamente nella mia mente, trovando la sua forma definitiva poco prima della pubblicazione. Da quel momento ho preferito affidare il mio libro ai lettori, in modo che diventassero loro stessi i veri padroni.
Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “A chi sa guardare ancora le stelle”, quali useresti?
Intenso, scorrevole, che tocca il cuore.
Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Per dare un senso più profondo alla propria vita, per imparare a vivere non solo per se stessi, ma anche per gli altri.
Quale libro che ti è piaciuto particolarmente consiglieresti?
“Più profondo del mare” di Melissa Fleming.
Adesso è il momento di porti una domanda che nessuno ti ha fatto ma a cui avresti sempre voluto rispondere.
Perché, quando guardiamo le stelle, scopriamo di essere soltanto un puntino in un universo smisurato eppure tutto sembra essere stato creato apposta per noi?