La redazione del sito di libri Recensione Libro.it intervista lo scrittore Ramiro Baldacci autore del romanzo Il compratore di tempo
1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro Il compratore di tempo, cosa diresti?
Il mio libro è un invito. Un invito ai ragazzi, a mettere il cuore in tutto quello che fanno, sia nella scuola ma anche e soprattutto nella vita. È un invito ai professori e agli adulti, a non costringere i giovani all’interno di categorie assolute, ma a dare loro lo spazio per esprimersi e far vedere il bello e il positivo che custodiscono nel profondo. E forse è anche un invito al sistema scuola, per iniziare a utilizzare metodi di didattica alternativa, per far appassionare i ragazzi a fatti e personaggi realmente esistiti, attraverso un racconto vicino al loro modo di essere.
2. Da dove nasce l’ispirazione per questo libro in cui l’adolescenza viene raccontata in modo alternativo e coinvolgente?
Dai miei figli e dalla incapacità di noi genitori di capirli davvero. Per molti ragazzi la scuola è una tortura, il tempo che passano sui banchi è una sofferenza infinita, non ne capiscono il senso. A volte, materie e argomenti che sono in realtà bellissimi, scivolano via senza arrivare al loro cuore. Invece riuscire ad apprezzare ogni momento del proprio presente e avere la curiosità giusta è una modalità che può insegnare loro ad affrontare non solo la scuola, ma la vita stessa.
3. Cosa vorreste lo scrittore Ramiro Baldacci che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Vorrei che i lettori capissero l’importanza di non fermarsi mai alle apparenze, ma di entrare nelle cose con il cuore, ma anche con la mente e con la volontà di farlo. Il romanzo è scritto su più livelli di significato, uno reale, quello che accompagna Lucia nel suo confrontarsi con la scuola e la vita di un adolescente di oggi, uno più fantastico, come può essere il viaggio nel tempo di Alessandro, ma che in realtà è un modo nuovamente per affrontare il senso della scuola e della vita, e l’ultimo di significato, che li racchiude tutti, dove vive sempre sottotraccia la domanda che tutti ci facciamo: il senso della vita. Vorrei che nessuno smettesse di farsi mai questa domanda.
4. C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?
So che alcune domande nel libro rimangono sospese e questo può creare qualche difficoltà, ma è stata una scelta voluta per stimolare i giovani. Le verità preconfezionate non sono mai efficaci in questi casi. La mia intenzione è quella di coinvolgere il lettore nel trovare le sue personali risposte, in modo da renderlo protagonista di quanto legge. Non nego poi che c’è la volontà di un secondo libro, che chiarisca la storia man mano che andrà avanti.
5. Se Ramiro Baldacci dovesse utilizzare tre aggettivi per definire Il compratore di tempo, quali userebbe?
Multiesperienziale, perché il libro utilizza diversi canali di comunicazione, come la lettura, le serie tv e la musica.
Coinvolgente, perché di fondo è un racconto di avventura per ragazzi, che scorre velocemente dall’inizio alla fine.
Didattico, perché si basa su elementi presi dai programmi scolastici della scuola superiore e può essere usato come approccio alternativo alla didattica di oggi.
6. Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Anzitutto per rilassarsi, perché la lettura deve essere un piacere. Poi per viaggiare, perché ogni libro è un viaggio alla scoperta di qualcosa, di un’emozione, di un luogo, di un ricordo. E infine per mettersi in discussione, perché farsi le domande giuste aiuta a crescere meglio.
7. Ramiro Baldacci ha nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?
Come detto, il Compratore di tempo continuerà il suo viaggio. Ci sono altre epoche storiche da visitare, altre materie da approfondire, altre domande di senso che attendono risposta. Poi i ragazzi protagonisti del libro sono al terzo anno di scuola superiore… vorrei accompagnarli almeno fino alla maturità.
8. Qual è il romanzo che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo anno?
Più che altro è stata una rilettura: Frankenstein di Mary Shelley. È un libro incredibile, ha diversi livelli di narrazione, c’è dentro la mitologia ma anche la lotta tra creatore e creatura. La cosa di cui mi stupisco ogni volta è pensare che l’autrice l’ha scritto quando aveva solo 19 anni, pochi in più dei protagonisti del mio romanzo, a dimostrazione che i giovani sono sempre pieni di risorse e sorprese.
9. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Sono convinto che ogni libro meriti di essere letto, perché è un viaggio in un mondo che dapprima è dell’autore e poi diventa tuo. Non lascio mai un libro a metà, tranne quando la narrazione è troppo pesante o per me troppo “oltre”, come mi è capitato con Il Mambo degli Orsi di Lansdale.
10. Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
Beh, la domanda che è alla base del mio libro: qual è il rapporto tra passato, presente e futuro? Io sono contro l’assolutizzazione del presente, anche se sono convinto che il presente sia l’unico tempo in cui possiamo veramente vivere, agire e decidere. Se però nel nostro presente non mettiamo un po’ di passato, rischiamo di non avere un futuro.
Leggi la recensione del libro di Ramiro Baldacci.