Intervista a Roberto Bullio
1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del libro Traversata nelle ere, cosa diresti?
“Traversata nelle ere” è un suono interiore, un movimento che spinge verso l’alto e, al tempo stesso, un grido di liberazione. Il mezzo fondamentale è la parola. Attraverso di essa ho voluto ridare dignità al genere fantasy. Un genere che non ha limiti. Nel momento in cui ho deciso di confrontarmi con esso, ho sentito la sua tensione, tra le più nobili in letteratura. Ho solo unito le forze delle varie arti. Così è nato il romanzo.
2. Da dove nasce l’ispirazione per scrivere questa storia in cui si mescolano vari generi, ma il preponderante resta il fantasy?
L’etichetta “fantasy” è già moderna. Possiamo certo utilizzarla per il nostro scopo, ma non è tutto. Al termine “moderno” io do un’accezione di qualità, non di tempo. La “Repubblica” di Platone, ad esempio, è stata scritta molto tempo prima di ciò che noi chiamiamo e definiamo moderno, eppure quanto è attuale lo spirito greco! L’ispirazione nasce proprio da qui, dalla libertà di pensiero, da un’idea di utopia che non doveva fermarsi alla teoria, ma, come in passato, doveva tentare la pratica.
3. Quale messaggio vorresti lasciare in chi legge il tuo libro?
Che Esecutore non è il cattivo o Alexis il buono. Shivien non è un illuso. Lyndal e Camthalion non sono poi così distanti l’uno dall’altro. Il messaggio è che falliscono tutti. Falliscono perché non ricordano più. Via via dimenticano la felicità, la giustizia. Quando si dimentica, non solo non possediamo più i nostri sentimenti, ma non li possiamo neanche sperare. Questa la lotta contro il mostro, questa la vita al tempo dei mostri.
4. C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere alla storia, quando l’hai letta dopo la pubblicazione?
Più che altro avrei voluto togliere ancora. Ho avuto troppo pudore nei confronti di quest’opera.
5. Se Roberto Bullio dovesse utilizzare tre aggettivi per definire Traversata nelle ere, quali userebbe?
Girovaga, un po’ iniqua, del tutto sospetta.
6. Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Perché almeno da vent’anni, là fuori, non c’è niente di simile. Se non altro io non l’ho trovato.
7. Hai nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?
Non sto scrivendo. Devo prima riordinare le idee per il secondo episodio della “Traversata”. Mi sono tuttavia promesso di comporre con precedenza un noir, senza tutti quegli imbellettamenti di cui sopra. Cambiare registro sarà riposante.
8. Qual è il libro che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo anno?
“Lo spirituale nell’arte” di Wassily Kandinsky. Volevo vedere l’arte astratta come la vedeva lui.
9. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
“Lo spirituale nell’arte” di Wassily Kandinsky.
Sto scherzando!
10. Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
Ci credi veramente in “Traversata nelle ere”? In passato ero ossessionato dal fatto che non potesse piacere. Ora non ci penso più e non mi interessa.