Intervista alla scrittrice Rossana Moggia
1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro La donna della panchina, cosa diresti?
È la storia di una donna che, ritornando nei luoghi di nascita, rivive fasi della sua vita.
2. Da dove nasce l’idea che ti ha portato a scrivere questo romanzo che tratta molti temi importanti come la solidarietà, il rapporto madre-figlio e il cambiamento?
L’idea è nata dal voler raccontare le vicissitudini di questa donna che, trovandosi di fronte alla perdita del figlio, decide di trasferirsi in Africa per conoscere i luoghi dove il figlio si era rifatto una nuova vita.
3. Da quali elementi sei partita per scrivere il tuo romanzo?
Sono partita dall’inizio della vita di questa donna, dall’infanzia, poi dall’adolescenza per arrivare alla maturità.
4. Cosa vorresti che il lettore riuscisse a comprendere leggendo il tuo libro?
Vorrei che comprendesse che la vita non è quasi mai come vorresti che fosse. A volte è migliore, ma molte volte ti presenta dei conti veramente salati.
5. Se Rossana Moggia dovesse utilizzare tre aggettivi per definire La donna della panchina, quali userebbe?
Fragile, insicura nella prima parte. Coraggiosa nella seconda parte.
6. Perché credi che si debba leggere il tuo romanzo?
Perché scritta con sincerità e semplicità. Inoltre è corto, dunque non annoia.
7. Da dove nasce la passione per la scrittura?
Dopo anni di laboratorio di scrittura creativa.
8. Hai nuovi progetti in vista? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?
Sto scrivendo due storie parallele. Una bambina e una ragazza incontrano misteri.
9. Qual è il romanzo che ha “rivoluzionato” la tua vita conducendoti alla scrittura?
Nessun romanzo ha mai rivoluzionato la mia vita.
10. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Non sento di poter giudicare alcun romanzo.
11. Adesso è arrivato il momento per porti da sola una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
Vedo libri in cima alle classifiche, ma non mi hanno emozionato. Vorrei capire i criteri di giudizio.