La redazione del sito Recensione Libro.it intervista lo scrittore Alessio Miglietta autore delle opere “L’immagine Deforme” e “Poema Nero”
Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “L’immagine Deforme”, cosa diresti?
“L’immagine Deforme” è un gioco di specchi attraverso le distorsioni della percezione, dove realtà e illusione si mescolano in un intreccio che sembra, a primo impatto, inestricabile. La raccolta esplora il fragile confine tra ciò che vediamo e ciò che crediamo di vedere, mettendo in luce le imperfezioni e le contraddizioni che definiscono il vissuto umano. Attraverso una narrazione che sfida le convenzioni, soprattutto nell’era del “culto” sterile del corpo e la voglia di perfezione ad ogni costo, invita il lettore a confrontarsi con le proprie proiezioni e pregiudizi, stimolando una riflessione profonda sulla propria natura toccando temi importanti, la complessità e l’ambiguità che ci definisce, e il grado di dolore che possiamo sostenere.
Da dove nasce l’ispirazione o la necessità che ti ha spinto a raccontare l’oscurità e la bellezza?
Molto semplicemente dall’esperienza, dal desiderio di esplorare ogni singola sfumatura della condizione umana, e dalla continua ricerca di quello splendore crudo e autentico. È un atto di ribellione contro la superficialità, e una ricerca di verità dentro se stessi. Un viaggio tra le ombre, come lo definisco.
Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Vorrei che chiunque, attraversando le mie parole, abbia modo di sentire l’abisso, l’inatteso, il fremito dell’incertezza e l’emozione della scoperta, una metafora che costringa a fermarsi, a riflettere. C’è la stessa intenzione (e conseguente “missione”) di Poema Nero, mio precedente lavoro del 2023.
Vedere oltre la superficie delle cose. Mi piacerebbe che, chiudendo il libro, il lettore sentisse di aver intrapreso un viaggio che ha messo in discussione le certezze, ampliato gli orizzonti. Vorrei che si ricordasse che esiste sempre un altro lato della realtà, un’altra storia da ascoltare, un altro modo di sentire.
C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?
“L’immagine Deforme” è l’estensione naturale di Poema Nero, è un legame concettuale che avevo già “visualizzato” esattamente così com’è. Non ho avuto davvero necessità di apportare modifiche.
Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “L’immagine deforme”, quali useresti?
Devastante, suggestivo, autentico.
Perché credi si debba leggere il libro?
Credo che “L’immagine Deforme” si debba leggere perché rappresenta una porta verso mondi inesplorati e prospettive inusuali. Non è solo una raccolta di parole o una sequenza di eventi, ma un’esperienza trasformativa che invita il lettore a sfidare le proprie convinzioni e ad abbracciare l’idea di essere vulnerabili, di accogliere il caos e l’imprevedibilità della vita. È un’opportunità per connettersi con emozioni profonde, per riflettere su domande che spesso evitiamo. In un mondo che tende alla semplificazione e alla superficialità, il libro offre complessità, profondità e autenticità.
In più, per il gusto di immergersi in una narrazione che non segue i sentieri già battuti, ma che si snoda con la libertà e l’audacia di chi non teme di perdersi.
Quali sono i tuoi prossimi progetti in fatto di scrittura?
Abbinare la musica rock e la poesia in maniera alternativa. Il mio canale YouTube è dedicato a questo progetto, chiamato LETTERATURA ROCK, che oltre ad essere in espansione ha da poco anche una sezione per proporre le opere dedicata agli artisti (poeti, musicisti e band) abbandonati a loro stessi dai propri editori o case discografiche.
Youtube Alessio Miglietta.
Ho una silloge già in fase di definizione, con una prefazione firmata da uno dei più grandi cantautori italiani viventi, protagonista della scena musicale rock del nostro paese negli anni Novanta, che sono riuscito a “colpire” con i miei testi. Però non vi svelerò il nome, preferisco mantenere un velo di mistero… Posso solo dire questo: è un artista che ha capitanato una delle grandi realtà di quel periodo.
Qual è il romanzo che hai letto quest’anno che ti ha più colpito e consiglieresti?
Senz’altro “Abel” di Alessandro Baricco, da sempre uno dei miei scrittori italiani preferiti. Non è sicuramente il mio genere ed è un titolo un po’ distante da come l’autore ci ha abituati, ma ho voluto tentare l’azzardo, e affidarmi all’esperienza del momento.
Esattamente come faccio con la musica. Leggere (o ascoltare) senza pregiudizi. E sono molto soddisfatto della scelta, che mi sento di consigliare a chi apprezza l’estro di una grande penna come Baricco.
Adesso è il momento di porti una domanda che nessuno ti ha fatto ma a cui avresti sempre voluto rispondere.
Una domanda che nessuno mi ha mai fatto, ma a cui avrei sempre voluto rispondere, è: “Che ruolo hanno il silenzio e il dolore nella tua scrittura?”
Sono gli spazi sacri dove le parole trovano il loro vero significato. Sono il respiro tra le righe, il luogo in cui l’immaginazione e la realtà possono vagare libere. Nella mia scrittura, questi due elementi sono fondamentali, perché mi permettono di dare ritmo e profondità ai testi. È lì che le emozioni possono sedimentare, i pensieri possono maturare, e le intuizioni possono emergere.
È la fenditura dove si nasconde la vera essenza del messaggio.
Sito web ufficiale: www.cielidivalium.blogspot.it