La redazione del sito Recensione Libro.it intervista lo scrittore Daniele Alimenti autore del libro “L’Agente Patogeno”
Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “L’Agente Patogeno”, cosa diresti?
Scomoderei Alberto Sordi nei panni de Il Marchese Del Grillo e risponderei: “Bisogna essere seri quando si scherza!”. Questo è un po’ il senso del libro, scherzare con la realtà, cercare, trovare e inventare un’alternativa per evadere da ciò che sia ha intorno.
Da dove nasce l’ispirazione che ti ha portato a scrivere questo romanzo in cui il giallo si mescola con lo humor?
Di base sono sempre stato attratto dalle parole, dai loro significati (letterali e non), dal loro suono e dalla loro infinita interscambiabilità. Deviato da questo tarlo, ogni volta che mi capitava di sentire o leggere la parola “agente patogeno” immaginavo sempre una specie di investigatore che si faceva strada tra i batteri. Poi, la crescente e dilagante frenesia del pubblico verso serie tv di genere investigativo e poliziesco e la perversa capacità di mescolare cronaca e spettacolo da parte di alcuni media, hanno fatto il resto.
Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Mi piacerebbe lasciare loro un sorriso e qualche minuto di evasione, di leggerezza almeno. Riguardo alla comprensione, non saprei onestamente… Credo che il libro, nonostante la sua spensieratezza, offra tanti piccoli spunti di riflessione che mi piacerebbe venissero colti.
C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?
Sinceramente l’ho letto, riletto e corretto tante di quelle volte che non penso di averlo mai più rifatto una volta mandato in stampa. Scherzi a parte, ci sono un paio di refusi che avrei evitato volentieri ma, tolto questo, sono piuttosto soddisfatto e appagato.
Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “L’Agente Patogeno”, quali useresti?
Originale, divertente e audace.
Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Per concedersi un momento di evasione e leggerezza provando a sorridere dei tanti meccanismi e delle varie frenesie che quotidianamente ci circondano.
Quali sono i tuoi prossimi progetti in fatto di scrittura?
Ho recentemente terminato il secondo capitolo de L’Agente Patogeno che spero di poter proporre quanto prima alla casa editrice e un altro romanzo, sempre di genere umoristico, che mi auguro possa trovare presto l’interesse di qualche editore.
Il sogno è quello di diventare un autore comico e lavorare nel mondo dell’intrattenimento.
Qual è il romanzo che hai letto quest’anno che ti ha più colpito e consiglieresti?
Ad essere onesto sono stato piuttosto negligente nell’ultimo anno e non ho letto moltissimo. Ho letto “Siamo tutti Boris” di Cherubini ed Ercole, qualche commedia di Georges Feydeau e sto terminando “Mai dire noi” della Gialappa’s Band. Come romanzi veri e propri ho apprezzato molto la trilogia del male di Roberto Costantini.
Adesso è il momento di porti una domanda che nessuno ti ha fatto ma a cui avresti sempre voluto rispondere.
Sei sicuro quindi di volere Lillo & Greg, Valerio Lundini, Virginia Raffaele e Maccio Capatonda come interpreti principali nella serie de L’Agente Patogeno?