La redazione del sito Recensione Libro.it intervista lo scrittore Erik Pethersen autore del libro “Sdruca”
Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Sdruca”, cosa diresti?
Sdruca è la faticosa ricerca di un equilibrio esistenziale. Nonostante tutto e tutti, forse si può vivere senza ferirsi troppo.
Da dove nasce l’ispirazione che ti ha spinto a scrivere questa storia ricca di mistero ben radicata nei rapporti personali?
L’ispirazione nasce dall’osservazione dei comportamenti umani, dall’analisi degli interessi e dei sentimenti di ciascuno che si scontrano con quelli altrui.
Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Mi piacerebbe che i lettori potessero accarezzare l’idea che la sofferenza possa essere un bene comune e mi accontenterei di lasciare in loro della malinconia costruttiva.
C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?
No. È stato pubblicato solo quando l’ho ritenuto finito. E perfetto.
Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “Sdruca”, quali useresti?
Intenso, imprevedibile e disturbante. Disturbante non è però al momento classificato dai dizionari come aggettivo.
Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Per riflettere, per qualche ora.
Se potessi essere per un giorno uno scrittore famoso chi vorresti essere e perché?
Non riesco a immaginarmi altro che me stesso: è uno dei miei limiti.
A quale scrittore ti senti più vicino per stile e genere?
Forse David Foster Wallace, per le tematiche affrontate. Ma per quanto riguarda lo stile è inarrivabile.
Libro consigliato letto quest’anno?
Tanti. Mi viene in mente “La neve in fondo al mare”, di Matteo Bussola.
Ti piacerebbe che le storie che scrivi si trasformassero in film? => Sì, sarebbe molto interessante.