La redazione del sito Recensione Libro.it intervista lo scrittore Gianfranco Pereno autore del libro “Piccoli segreti di un Commissario di Polizia”
Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Piccoli segreti di un Commissario di Polizia”, cosa diresti?
Il romanzo prende spunto da una domanda che sempre più sovente si ripropone nella nostra società, e cioè quanto la Giustizia e delle leggi scritte siano realmente a favore della comune convivenza e pilastro di uguaglianza sociale e quanto invece siano semplicemente l’espressione dei diversi Poteri che le hanno direttamente scritte, o che perlomeno le hanno saputo piegarle ai loro interessi personali. Un tema “pesante”, che nel romanzo viene sicuramente alleggerito dalle vicende di un giovane Commissario di Polizia, ma non per questo trattato con superficialità e mancato interesse.
Da dove nasce l’ispirazione che ti ha portato a scrivere questo romanzo in cui il mistero si delinea pian piano?
E’ l’idea di vedere come il tema della “Giustizia” può essere vissuta da chi, per mestiere o per vocazione, ha giurato proprio di difenderla e farla rispettare, nonostante le miriadi di conflitti e incongruenze che essa provoca quotidianamente.
Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Da sempre affermo di aver iniziato a scrivere per supplire alla obbligata carenza di conviviali incontri a tavola con gli amici, scrivere è come mettere un argomento sul tavolo e vedere cosa ne viene fuori, liberamente.
La mia speranza è che il lettori possano soffermarsi su temi per me importanti, divertendosi a leggere storie molto più fantasiose e leggere.
C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?
Credetemi, uno aggiungerebbe sempre valanghe di cose al proprio lavoro, ma sono anche convinto che dopo che ci si è convinti della completezza di una storia, bisogna lasciarla libera di fare la sua strada, così come la si è realizzata.
Per migliorare ci sono pur sempre nuovi libri da scrivere.
Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “Piccoli segreti di un Commissario di Polizia”, quali useresti?
Spiazzante, intrigante, contradditorio.
Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Perché fondamentalmente sono storie positive e ottimiste, anche quando puntano il dito su una realtà che conduce nella direzione opposta.
Quali sono i tuoi prossimi progetti in fatto di scrittura?
Troppo poco tempo per entrare nell’argomento.
Qual è il romanzo che hai letto quest’anno che ti ha più colpito e consiglieresti?
Mi dispiace per tutti, ma sono alle prese con “La Divina Commedia”, e temo che sarà dura, almeno per qualche mese, farla retrocedere da prima in classifica.
Adesso è il momento di porti una domanda che nessuno ti ha fatto ma a cui avresti sempre voluto rispondere.
Di solito mi fanno un sacco di domande, sul perché scrivo, sullo stile (mio o dei miei punti di riferimento), e mille altre domande che però devono essere sempre intelligenti e profonde, ma mai nessuno mi ha mai chiesto se mi diverto.
La risposta la fornisco ora, pubblicamente: Da matti!!