La redazione del sito Recensione Libro.it intervista lo scrittore Gino Dondi autore del libro “Maxima Secretus est Ecclesiae”
1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Maxima Secretus est Ecclesiae”, cosa diresti?
In questo romanzo racconto la storia d’amore tra un sacerdote, non più giovane, e una coetanea, ma sullo sfondo tratto del rapporto tra fede e ragione. Per i credenti è scioccante, ad esempio, ipotizzare che la risurrezione è un falso storico: sentono odore di eresia. Ma parlo anche di celibato sacerdotale, sessualità, sensi di colpa, Argomenti che possono risultare imbarazzanti per alcune sensibilità religiose.
2. Da dove nasce l’ispirazione per raccontare un giallo così intricato legato alla chiesa e alla fede?
Sono sempre stato attratto dalla spiritualità, soprattutto in rapporto con la realtà materiale. Da qui l’interesse per le religioni. L’idea del romanzo è nata dalla lettura di un saggio nel quale l’autore sosteneva la indimostrabilità storica della risurrezione di Gesù. In effetti le fonti disponibili sulla vita del Nazareno sono state redatte dopo decenni dalla sua scomparsa e scritte da seguaci, con intenti teologici e non storici.
3. Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Per quanto attiene al celibato sacerdotale, che i tempi sono cambiati ed è ora che la Chiesa si adegui. Invece sul tema teologico mi piacerebbe insinuare il dubbio. In fondo i valori del Cristianesimo possono rimanere tali anche senza la risurrezione.
4. C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?
Una copertina maggiormente accattivante.
5. Se Gino Dondi dovesse utilizzare tre aggettivi per definire “Maxima Secretus est Ecclesiae”, quali userebbe?
Stimolante, provocatorio, garbato.
6. Cosa hai pensato e provato quando hai messo il punto a questa storia?
La strana sensazione di aver scritto una storia vera. In realtà è solo fantasia.
7. Quanto c’è di vero in questa vicenda che hai raccontato nel tuo libro?
Qualche turbamento di don Nicola l’ho pescato dal mio agnosticismo.
8. Perché credi si debba leggere il tuo romanzo?
Un buon libro non deve avere la pretesa di dare risposte, ma la capacità di suggerire domande. Questo romanzo lo propongo a chi è disposto a mettere in gioco le proprie certezze. Al credente chiedo se ha bisogno del mito, del fantastico come i miracoli e la risurrezione per credere al Cristianesimo.
9. Hai nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?
Sì, sto lavorando a un romanzo che parte dalla plausibilità storica di Giuda.
10. Qual è il romanzo che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo anno?
Accabadora, di Michela Murgia. L’ultimo che ho letto.
11. Quale libro Gino Dondi non consiglierebbe mai a nessuno?
Ogni libro ha potenzialmente un suo lettore. Personalmente posso dire che quando il protagonista di un romanzo usa un linguaggio scurrile, solo per apparire più verosimile, smetto di leggere e naturalmente non consiglio quel libro.
12. Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
Perché scrivo? Credo che sia una necessità, ma in realtà non so perché. Allora rapino la risposta di Andrea Camilleri alla stessa domanda: “Scrivo per restituire qualcosa di tutto quello che ho letto.” O più semplicemente come ha risposto Umberto Eco: “Perché mi piace.”