La redazione del sito Recensione Libro.it intervista lo scrittore Giovanni d’Alessandro autore del libro “Fragili frantumi”
Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Fragili frantumi”, cosa diresti?
“Fragili frantumi” è la breccia attraverso cui inizia il processo di ricomposizione dei frammenti sentimentali ed esistenziali dell’autore, ciascuno dei quali possiede una vita emotiva e poetica propria, per ciò che coglie ed esprime istantaneamente, ma rappresenta anche un contribuito alla costruzione della visione di più ampio respiro in cui si ritrovano l’intera personalità e l’intimità tutta dello stesso.
Da dove nasce l’ispirazione che ti ha portato a scrivere questa raccolta di emozioni?
L’impulso si è manifestato in maniera più dirompente all’indomani di un passaggio esistenziale un po’ critico, rimasto in bilico tra disvelamenti e illusioni. Il mio sentire “poetico” ha iniziato a manifestarsi desideroso come non mai di non restare più confinato in me stesso, ma di diventare in qualche modo visibile anche fuori dalla mia riservata intimità. Affinché ciò potesse davvero accadere, era però necessario iniziare a rimettere insieme i pezzi, quelli nuovi e quelli più vecchi, i miei fragili frantumi.
Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Che ogni singola manifestazione del sentire è come un frammento di specchio, in grado, per quanto intima e circoscritta, di riflettere e amplificare una parte di se stessi.
Mi piacerebbe far arrivare l’idea che la poesia possa essere l’espressione immediata di ogni emozione che aleggia anche solo per un istante dentro ciascuno di noi, rendendola tangibile e condivisibile oltre l’ordinaria fugacità.
C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?
To be continued…
Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “Fragili frantumi”, quali useresti?
Evocativo, sensoriale, nostalgico.
Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Per andare alla ricerca di espressioni e sfumature non comuni di momenti d’amore e di vita, in cui si riescano a riconoscere e intravedere in qualche modo riflessi delle proprie emozioni.
Quali sono i tuoi prossimi progetti in fatto di scrittura?
Nel cassetto dell’intimità personale ci sono ancora molti frammenti che desidererei affrancare dalla timidezza e far confluire in una successiva iniziativa di divulgazione e conoscenza.
Qual è il libro che hai letto quest’anno che ti ha più colpito e consiglieresti?
“La memoria della betulla” della poetessa molisana Maria “Maggie” Mancino. Una silloge profonda e coinvolgente.
Adesso è il momento di porti una domanda che nessuno ti ha fatto ma a cui avresti sempre voluto rispondere.
Da cosa nasce, secondo te, la poesia?
Io credo che la poesia sia la manifestazione incontenibile di ciò che divampa nel momento in cui la bellezza incontra il pathos.