La redazione del sito Recensione Libro.it intervista lo scrittore Giovanni Guarino autore del libro “Cronache dal futuro: Nana Bianca”
Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Cronache dal futuro: Nana Bianca”, cosa diresti?
Ahimé, sono un tipo prolisso (altrimenti non utilizzerei quasi 400 pagine per scrivere un romanzo!). Comunque ci provo:
Cronache dal futuro è un romanzo distopico. Racconta di un team capeggiato da una giovane donna dalle caratteristiche inusuali e dal passato oscuro anche per lei stessa. Il team deve affrontare perigliose avventure per liberare una persona cara e perseguire un progetto che porterà alla liberazione di quasi l’intera umanità dal giogo di alcune multinazionali. Queste ultime posseggono la quasi totalità dell’energia elettrica. Un ristretto numero di persone a loro affiliate vive di uno sfarzo estremo, mentre il resto dell’umanità lotta per la sopravvivenza giorno per giorno.
Certo, nel romanzo c’è molto di più, ma questo è il filo narrativo.
Da dove nasce l’ispirazione per questo distopico in cui si mette in evidenza il potere delle multinazionali, il divario crescente tra ricchi e poveri e tanti altri temi attuali?
In me ho avvertito due moti, che avevo bisogno di liberare: la necessità di scrivere e quella di far conoscere al mondo verità di cui posseggo un mio preciso punto di vista. Ho avvertito in me il compito, che poi è quello dello scrittore, di suscitare emozioni e di portare il lettore a riflettere sulle tematiche a me care. Spero di aver saputo fare entrambe le cose, nel romanzo.
Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
A mio parere, le emozioni accendono il lettore. La “gestazione” di Cronache dal futuro è durata molto perché ho ricercato spesso frasi, dialoghi e colpi di scena, situazioni che stupiscono o che toccano il cuore. Il fine di quell’intento è accendere la miccia delle emozioni. A quel punto, se la storia è ben fatta ed è capace di instillare emozioni, il lettore è più ricettivo.
È in quel momento che posso proporre la mia “vista” sulla vita che intendo lasciargli. Di temi che necessitano una particolare attenzione ce ne sono molti, nel romanzo. Mi piacerebbe, però, che quanta più gente possibile si ponga qualche domanda sul futuro dell’Intelligenza Artificiale, sul fatto che si tratta di un software che, allo stato attuale, può arrivare a consumare come un Boeing 767 sulla tratta New York-Los Angeles “solo per imparare” una nuova implementazione.
C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?
Questo è il mio cruccio: mi piacerebbe che il romanzo fosse qualcosa di “vivo”, dotato di una propria evoluzione. E’ stato difficile per me mettere la parola fine al romanzo, prima della pubblicazione. Sapevo che subito dopo avrei avuto una nuova idea, una aggiunta, un nuovo panorama che renda ancora meglio l’idea del mondo che io chiamo “Cronache dal futuro”. Per fortuna però le aggiunte non sono necessarie, ma semplicemente ulteriori aiuti per il lettore. D’altro canto, tutte le mie nuove idee convoglieranno, se tutto procede bene, nel secondo libro della saga.
Seconda parte intervista a Giovanni Guarino
Se Giovanni Guarino dovesse utilizzare tre aggettivi per definire “Cronache dal futuro: Nana Bianca”, quali userebbe?
Fertile, Vivo, Inaspettato.
Fertile perché ricco di spunti, di punti di vista: ciascuno dei componenti del team originario è libero di esprimersi. Vivo perché ho cercato di far parlare i personaggi dalla loro anima, e spero di aver raggiunto lo scopo. Non sono io a raccontare, lo fanno loro, e sono cose che racconterebbero solo a se stessi (a mò di diario). Si rapportano continuamente con gli eventi e con il progetto che sono chiamati a perseguire. Si interrogano spesso su ciò che provano e se sono davvero in grado di dare ciò che il progetto richiede loro. Inaspettato perché ha caratteristiche che non ti aspetti: è raccontato in prima persona in tempo presente, raro per un romanzo italiano. Inoltre, il racconto passa di mano tra i componenti il team Nana Bianca (cinque in tutto). Non dà il tempo al lettore di conoscere già come la pensa il personaggio sul prossimo evento, che già muove per sentire il battito di un altro cuore.
Hai scritto questo libro rivolgendoti a un pubblico di lettori giovani per lasciare loro dei messaggi o il tuo è un romanzo pensato per tutti?
A mio avviso, i romanzi di fantascienza sono sempre rivolti a tutti. Certo, in Cronache dal futuro si respira forte il tema del cambiamento fisico e mentale, della difficoltà nel rapportarsi con gli altri, tipici dell’adolescenza e dei giovani adulti. Ma d’altro canto, sono altrettanto forti i richiami ai problemi della società, che nel romanzo ciascuno dei componenti il team vive sulla sua pelle e dentro l’anima.
Perché Giovanni Guarino crede si debba leggere il suo libro?
In genere, gli autori dei romanzi di fantascienza hanno più a cuore la struttura degli eventi che la espressività della propria scrittura. Quando Elena Ferrante, per esempio, carica le parole di una potenza narrativa tale da evocare un mondo di immagini ed emozioni, il romanzo diviene un mondo da esplorare non solo con la mente, ma anche con il cuore. In “Hunger games”, “Divergent” e così tanti altri libri di fantascienza, frasi come “…mentre freneticamente provo a spazzare via dalla mia mente quell’insulso teatrino, orchestrato da miei istinti profondi e dalle mie paure più colpevoli.” semplicemente ne sono alieni. Ritengo che “Cronache dal futuro” sia forse il primo romanzo di fantascienza, a quanto ne so, che oltre a possedere una struttura narrativa articolata e intrigante, cerca di costruire un mondo di anime da esplorare, in cui sprazzi di una scrittura più profonda arricchiscono l’esperienza del lettore.
Hai nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?
Negli anni precedenti ho concluso diversi romanzi fantarcheologici, ma per diversi motivi personali non ho mai voluto pubblicare. Ricordo che studiai alacremente su articoli scientifici e libri di archeologia, anche quella subacquea, per fornire informazioni plausibili al lettore. Nella seconda parte di quest’anno mi piacerebbe poter pubblicare uno di essi. E poi c’è il secondo romanzo della saga “Cronache del futuro”. Spero di ricevere buoni feedback da questo romanzo, così da essere spronato a realizzare il seguito.
Terza parte intervista scrittore
Qual è il romanzo che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo anno?
Io leggo di tutto, quasi tutti i generi letterari. A fine anno è toccato a “Fiore di Roccia”, di Ilaria Tuti. Si tratta del racconto della prima guerra mondiale vista con gli occhi delle donne che hanno aiutato le trincee sulle montagne venete. Sono rimasto folgorato dalla profondità emotiva e dagli strumenti (capacità espressiva) che le righe del libro forniscono al lettore per indagare ogni antro della complessa anima della protagonista.
Quale libro Giovanni Guarino non consiglierebbe mai a nessuno?
Più che altro, mi piacerebbe che nessuno leggesse libri realizzati solo perché il “titolare” è un VIP. Mi riferisco a pseudo-scrittori come alcuni calciatori, o persone dello spettacolo ad esempio. Sarebbe bello se tutti i lettori si concentrassero sui libri realizzati con amore e passione, non ai lavori realizzati da terzi a nome e per conto dei VIP.
Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
Certo che ce n’è una: “Pensi che la Nana Bianca possa divenire realtà?”
Io avrei voluto rispondere: “Forse sì, e forse (dico forse) ci sarà dentro anche il mio zampino 😉”.