La redazione del sito Recensione Libro.it intervista lo scrittore Giuseppe Minicone autore del libro “Memorie di Andromaca”
Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Memorie di Andromaca”, cosa diresti?
È il racconto appassionante, fatto in prima persona, della vita e dei sentimenti più intimi (speranza, amore, paura, disperazione) di Andromaca, sposa di Ettore, l’eroe difensore di Troia, personaggio mitico, ma non per questo meno reale e attuale, giacché può considerarsi la rappresentazione eterna di tutte le vittime innocenti travolte dalle guerre scatenate da altri per sete di potere o desiderio di vendetta
Da dove nasce l’ispirazione che ti ha spinto a raccontare della principessa Andromaca… futura regina di Troia?
Di Andromaca mi ero sempre appassionato fin da studente, leggendo l’Iliade, perché è una figura piena di umanità e di pathos, ma è stato attraverso le discussioni con mia moglie, professoressa di lettere classiche, che mi sono posto molti interrogativi che Omero, nell’Iliade, non risolve e che pure sono indispensabili per comprendere la figura di questa sventurata sposa e madre: chi era veramente Andromaca? Qual era stata la sua fanciullezza prima del matrimonio con Ettore? Come aveva conosciuto, lei, cresciuta in una piccola città della remota Cilicia, il figlio di Priamo, successore al trono di Troia? Quali gioie, tormenti e paure aveva vissuto prima e dopo il commovente episodio sul quale si sofferma Omero? Qual era stata la sua sorte dopo la morte del marito e del figlioletto e dopo la caduta di Troia? A queste domande ho sentito il bisogno di rispondere con il mio romanzo.
Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole?
Quanto sia grande il dolore e la sofferenza che le guerre, tutte le guerre, anche quelle che si ammantano dei più nobili intenti, arrecano alle persone, specialmente alle più deboli, donne e bambini, la cui flebile voce non viene udita da nessuno e che la Storia finisce con l’ignorare del tutto.
Quale segno vorresti lasciare in loro?
Vorrei che provassero la stessa empatia che suscita Andromaca per tutti gli sventurati travolti da un destino che non hanno voluto, ma solo subito, senza alcuna colpa.
C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?
Nulla. Tutto ciò che Andromaca voleva dire di sé e della sua vita è racchiuso nel testo pubblicato.
Se Giuseppe Minicone dovesse utilizzare tre aggettivi per definire “Memorie di Andromaca”, quali userebbe?
Intimistico, dolente, emotivamente coinvolgente.
Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Perché restituisce umanità e attualità a eventi mitici che troppo spesso consideriamo distanti dalla nostra moderna sensibilità e che riteniamo quindi poco coinvolgenti e interessanti, laddove sono utilissimi a comprendere l’immutabilità delle passioni umane.
Hai nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo romanzo? Puoi anticiparci qualcosa?
Un mio progetto, da tempo coltivato, si è realizzato proprio in questi giorni con la pubblicazione del romanzo “La decima Musa”, che dà corpo e anima a un personaggio femminile, stavolta realmente vissuto, ma anch’esso avvolto da un’aura mitica e della cui vita poco si conosce: Saffo di Lesbo. Nel frattempo, mi sto dedicando alla scrittura di un nuovo romanzo, relativo a un tema molto attuale, ma del quale non voglio anticipare nulla, perché non so se, alla fine, ne sarò soddisfatto al punto da proporlo per un’eventuale pubblicazione.
Qual è il romanzo che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo periodo?
Napoli Ferrovia di Ermanno Rea. Ambientato nei luoghi di Napoli nei quali sono cresciuto e mi sono formato.
Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Sconsigliare un libro è un’operazione che non farei mai, perché finirebbe con il dare valore oggettivo a una mia opinione negativa, magari sbagliata. Credo che ogni lettore abbia il diritto di non essere influenzato nella scelta delle sue letture e di formarsi un’opinione personale.
Adesso è arrivato il momento di porti una domanda a cui avresti sempre voluto rispondere ma che nessuno ti ha mai fatto…
Non ho domande insoddisfatte.