La redazione del sito Recensione Libro.it intervista lo scrittore José Russotti autore del libro “Assulae”
Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Assulae”, cosa diresti?
“Assulae” nasce per esprimere un dolore universale, che si intreccia tra infanzia e età adulta, ma anche una ricerca di amore e speranza. In questo libro ho cercato di raccontare la condizione umana, dando voce alle emozioni attraverso la parola. La metafora e la musicalità dei versi sono gli strumenti principali per costruire una poetica che esplora l’esistenza in modo profondo e riflessivo.
Da dove nasce l’ispirazione che ti ha portato a scrivere questi versi pieni di dolore ma anche intrisi di speranza?
“L’ispirazione nasce dalla mia profonda contemplazione della natura, che è sempre stata una fonte di connessione e riflessione per me. La Sicilia, in particolare la valle dell’Alcantara e l’Etna, è la terra dei miei genitori e in essa ritrovo un legame profondo che traspare nei versi. Le immagini poetiche, come l’alba lontana o le cicale che cantano al sole d’agosto, sono per me simboli di un paesaggio che evoca emozioni complesse, in cui il dolore e la speranza si intrecciano naturalmente.
Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Anche se l’intera silloge è attraversata da momenti di tristezza e dolore, il suo cuore pulsante è una continua ricerca di senso e bellezza nella vita. Quello che vorrei che i lettori cogliessero è proprio questo: nonostante le difficoltà, c’è sempre uno spazio per la speranza e per l’amore. Spero che le mie parole possano lasciare nei cuori dei lettori un segno di resilienza, di ricerca interiore e di fiducia nel futuro.
C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?
Se dovessi rivedere il libro, credo che avrei voluto esplorare in modo più approfondito il tema del dolore esistenziale. La poesia tocca l’incapacità di sfuggire a questo dolore e la consapevolezza della sua inevitabilità, ma avrei voluto dare ancora più spazio alla riflessione sulla profondità di questa condizione e su come essa influenzi la nostra percezione della vita.
Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “Assulae”, quali useresti?
Immaginifico, profondo, ispirato.
Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Credo che il mio libro meriti di essere letto per la profondità e la qualità dei testi che lo compongono. Affronta temi universali e intensi, ed è scritto con un’intensità espressiva che cerca di toccare e stimolare il lettore su più livelli emotivi e riflessivi.
Quali sono i tuoi prossimi progetti in fatto di scrittura?
Ho in cantiere una silloge scritta nel vernacolo di Malvagna (ME) con traduzione in italiano dedicate alla figura della madre.
Qual è il libro che hai letto quest’anno che ti ha più colpito e consiglieresti?
“Come un respiro” di Ferzan Ozpetek.
Adesso è il momento di porti una domanda che nessuno ti ha fatto ma a cui avresti sempre voluto rispondere.
Partendo da Assulae, mi piacerebbe esplorare come possiamo imparare a riconoscere e a valorizzare quei momenti di silenzio, sia nelle parole che nei pensieri. Questi spazi di pausa, infatti, possono diventare occasioni preziose per aprire porte a una comunicazione più autentica e profonda, in cui ciò che non viene detto possa parlare tanto quanto ciò che viene espresso.