Recensione Libro.it intervista lo scrittore Luca Angelo Spallone autore del libro “Eterno Autunno. Dodici incubi di carta”
Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Eterno Autunno. Dodici incubi di carta”, cosa diresti?
Questa è un’impresa impossibile! Un bravo scrittore, secondo me, dovrebbe scrivere per mettersi in gioco, per aprire una prospettiva nuova sulla realtà e per cercare di dare un senso alle cose. Forse è impossibile riuscire in tutto, ma vale la pena tentare. Non ho il desiderio, né tantomeno la presunzione, di insegnare niente a nessuno. Ho provato solo a lanciare il mio sasso nello stagno, adesso vediamo quante onde provoca o quante volte rimbalza. In parole povere, potrò dirmi forse soddisfatto quando sarò riuscito a instillare una domanda o un dubbio nel lettore. Credo che questo sia il senso di Eterno Autunno.
Da dove nasce l’ispirazione per questo horror che raccoglie dodici storie spaventose?
Ho sempre amato le storie di paura, si può dire che ho cominciato a leggerle da bambino. Trovo che l’horror abbia una funzione, allo stesso tempo, catartica e di intrattenimento. Per questa ragione è un genere che ho sempre sentito vicino alla mia sensibilità. Poi la verità è anche che dodici storie hanno dodici origini diverse. Credo di aver subìto l’influenza dei grandissimi della letteratura come King, Poe, Lovecraft, o forse – come diceva Dick rispetto al concetto di “idea viva” – abbiamo attinto tutti quanti dal pozzo nero dell’animo umano, dai ricordi rimossi, dalle paure inconfessabili e dai mostri che animano la fantasia popolare da tempi lontanissimi.
Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
La prima ambizione è, forse, comune a tutti gli scrittori: vorrei che il lettore riuscisse a immedesimarsi nei personaggi, e quindi a vivere con loro un pezzo del suo percorso di crescita. In seconda battuta mi piacerebbe far riflettere il lettore riguardo alle scelte che potrebbe compiere in situazioni di pericolo o di stress. Infine vorrei intrattenere in maniera non banale. Non pretendo di lasciare segni particolari in quanti leggeranno il mio libro, ma mi piacerebbe che conservassero un buon ricordo di questo viaggio all’interno del “perturbante”, tanto per usare un concetto di Freud, forse abusato ma senza dubbio calzante.
C’è qualcosa che Luca Angelo Spallone avrebbe voluto aggiungere al libro, quando lo ha letto dopo la pubblicazione?
In generale mi sembra che una delle cose più belle dei libri di racconti sia che, potenzialmente, essi potrebbero non finire mai. In altri termini nessun libro è così lungo da non poter contenere un altro breve racconto in più. Perciò, anche dal punto di vista dello scrittore, non è semplice capire dove fermarsi. Tuttavia, sebbene la genesi del libro sia stata tribolata e ricca di tagli e cuciture, alla fine devo dire che sono molto soddisfatto di essere riuscito a dare vita a un blocco di storie organico, ma variegato. Ragion per cui non avrei aggiunto, né peraltro tolto, nulla dopo la pubblicazione.
Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “Eterno Autunno. Dodici incubi di carta”, quali useresti?
Intrigante, originale e, naturalmente, spaventoso!
Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Lasciando un attimo da parte risposte banali tipo “perché è davvero un bel libro” o ironiche “perché l’ho scritto io” mi piace pensare al mio libro come a un tesoro nascosto. Da un lato una chicca per gli appassionati del genere, ad esempio per i lettori di King che magari hanno la curiosità di leggere anche un autore italiano, oppure per adolescenti appassionati di Dylan Dog e interessati a una lettura scorrevole, ma densa di significato. Dall’altro lato un libro che racchiude dodici storie ha la capacità di accogliere chiunque e metterlo a suo agio, aiutandolo a trovare, all’interno di esso, la propria dimensione preferita.
Luca Angelo Spallone ha nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?
Ho tanti progetti. Il più imminente dei quali è un fumetto – o una “graphic novel” come si dice da qualche anno non senza un certo snobismo –. Ho completato da poco la sceneggiatura, ma non escludo di cambiare ancora qualcosina. Ad ogni modo un disegnatore professionista è già all’opera per tradurre le parole in disegni. Da pochissimo ci siamo messi alla ricerca di una casa editrice, quindi incrociamo le dita e speriamo che anche il 2022 ci porti qualche “paurosa” novità letteraria!
Qual è il romanzo che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo anno?
Sono costretto ad aggirare furbescamente la domanda! I romanzi che mi hanno colpito nella vita sono tantissimi, ma se devo riferirmi all’ultimo anno preferisco citare un libro di natura diversa: Allucinazioni di Oliver Sacks. Questo mi ha emozionato particolarmente perché, pur avendo un taglio scientifico e rigoroso, non trascura la qualità della scrittura, assolutamente sublime. Se poi aggiungiamo che si parla di malattie poco note, sintomi incredibili ed effetti delle droghe sul cervello umano, allora il mix è davvero irresistibile. Sicuramente leggerò altri libri di questo autore. Mi piace segnalarlo anche perché non credevo che la neurologia potesse essere così interessante!
Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Vorrei evitare di fare nomi, ma per non essere troppo vago e dire solo “evitate i libri che non vi fanno emozionare”, voglio apertamente dire che non mi fanno impazzire i libri dove un alter-ego dello scrittore vive in buona sostanza la vita di quest’ultimo. Magari barcamenandosi tra amore e lavoro. Queste forse vorrebbero essere autobiografie mascherate da romanzi, ma praticamente si tratta dello scrittore stesso che vorrebbe dire “guardate quanto è interessante la mia vita!” oppure “sentite che cosa buffa mi è capitata!”. Non riesco a capirne il senso, sarà anche perché la mia idea di letteratura è completamente diversa. Fortunatamente c’è anche chi riesce a salvarsi usando l’ironia o la capacità di non prendersi troppo sul serio, ma trovo che i libri di questo tipo, molto spesso, siano solo pretenziosi.
Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
Non c’è una domanda particolare ma, poiché alcune delle protagoniste dei miei racconti sono donne, mi sarebbe piaciuto che qualcuno avesse approfondito questo aspetto. Naturalmente Eterno Autunno è lontanissimo da questioni come il femminismo o il sessismo, ma allo stesso tempo credo che non sarebbe fuori luogo soffermarsi anche su questo ulteriore livello di analisi.