La redazione del sito Recensione Libro.it intervista lo scrittore Michele Comper autore del libro “Giuseppe”
1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Giuseppe”, cosa diresti?
Una storia che mette in scena la profonda mutazione che c’è stata in Occidente al riguardo del senso di autorità nei cent’anni che vanno dai tempi del “Processo” di Kafka, epoca dei regimi totalitari, a oggi, epoca dell’individuo. Giocando, in modo consapevolmente sacrilego, con la parabola, immensa e inarrivabile, di Joseph K.
2. Da dove nasce l’idea che ti ha spinto a scrivere questa storia?
Sono affascinato, attratto, stregato dalle grandi metafore immortali come la Divina Commedia, il Don Chisciotte, l’Ulisse di Joyce, e legato in modo profondo e personale a Kafka. Inoltre soffro di una forma ancora non patologica ma comunque manifesta della melanconia freudiana, il delirio morale di indegnità che si traduce nel senso di colpa per il semplice esistere. Le due cose, accostate come due reagenti, hanno dato vita a “Giuseppe”.
3. Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Il senso dell’impatto molto rilevante sulle nostre vite della dissoluzione del senso di autorità, iniziata all’alba dei tempi ma che dall’inizio del Novecento ha iniziato ad accelerare e ai giorni nostri a correre, prefigurando nel prossimo futuro rivolgimenti di portata epocale. Dell’inconsistenza del concetto morale di colpa. Dell’ambivalenza di ogni cosa.
4. C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?
No, l’opposto: avrei voluto “asciugarlo”, togliendo alcuni brani non necessari e riducendo a un breve prologo il maledetto primo capitolo, che dei tre anni impiegati a scrivere il romanzo me ne ha richiesti la metà.
5. Se Michele Comper dovesse utilizzare tre aggettivi per definire “Giuseppe”, quali userebbe?
Esistenziale, denso, tragicomico.
6. Cosa hai pensato quando hai messo il punto a questa storia?
Che Giuseppe sono io. Ho provato pena e tenerezza.
7. Perché credi si debba leggere il tuo romanzo?
Se il piano è precisamente quello del dovere risponderei “per nessun motivo”; diversamente, per gli stessi motivi per cui si legge ogni romanzo: per compiere un’esperienza, per conoscere, per osare, per crescere.
8. Michele Comper ha nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?
Sto lavorando a un romanzo ispirato al volo di Icaro e centrato sui temi dell’identità e della potenza soverchia della tecnologia.
9. Qual è il romanzo che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo anno?
“Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde” di Stevenson.
10. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Ogni libro ha un suo valore e una sua verità, e anche se mediocre o pessimo può dare molto ad alcuni lettori. Oltretutto, consigliare è un’attività che pratico con ritrosia. Comunque, un libro che mi è capitato di sconsigliare è il mio: mi pare troppo complesso per i lettori di romanzi-trama, o forse sono solo insicuro.
11. Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
Raccontami di te.