La redazione del sito Recensione Libro.it intervista lo scrittore Nicolò Maccapan autore del libro “Il cavaliere geriatrico”
Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Il cavaliere geriatrico”, cosa diresti?
“Il cavaliere geriatrico” è un libro che cerca di divertire e allo stesso tempo dare luce alle stranezze che si incontrano nella nostra quotidianità. E’ un thriller ironico che, raccontando di fatti tremendi, mescola la vita di tutti i giorni a personaggi fuori dall’ordinario.
Da dove nasce l’ispirazione che ti ha portato a scrivere un thriller ironico moderno e dal buon ritmo?
Avevo voglia di far ridere le persone. Ho sempre voluto scrivere un giallo, raccontare un’investigazione. In questo caso ho voluto farlo accompagnando le persone in una storia che potesse prima di tutto intrattenerle e divertirle. Il “thriller” è la parte che cerca di avvicinare il lettore alla storia, nonostante i personaggi siano stati costruiti nel modo più umano possibile. La vicenda è quasi “fantastica” e l’investigazione è quello che rende i personaggi reali.
Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Quello che vediamo non sempre è la verità. Sarebbe possibile che un cavaliere in armatura medievale trottasse per le città italiane compiendo crimini? Forse si, ma quello che vorrei risaltasse è l’approccio di tutti i personaggi che prendono parte all’investigazione. Come la banalità dei nostri vizi (ora diventati costume) riescano a modificare la realtà in cui viviamo.
C’è qualche episodio particolare accaduto durante la scrittura del libro che vuoi condividere con i nostri lettori?
“Il cavaliere geriatrico” è stato scritto inizialmente come audiolibro. Avevo molti dubbi all’inizio del percorso. Non avevo mai scritto una storia con dei personaggi caratterizzati da così tanti pregi e difetti. Erano così particolari da stonare all’obbiettivo del libro. Così ogni piccola registrazione che completavo, ogni capitolo e paragrafo, la condividevo con persone che non centravano nulla con il progetto. E ascoltavo i loro commenti. Mi sono ritrovato a parlare in telefonate lunghissime con perfetti sconosciuti che fornivano i loro consigli sulla trama. Sul cavaliere. Si può dire che è un libro di quartiere. Qualcuno ogni tanto mi mandava una mail. “Ho ascoltato il primo capitolo….” alcuni di loro sono diventati personaggi del testo.
Avresti voluto aggiungere qualcosa al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?
Sicuramente si. Ho però la fortuna di aver diviso il testo in tre libri e audiolibri con la possibilità di salvaguardare future idee nei capitoli successivi.
Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “Il cavaliere geriatrico”, quali useresti?
Ironico, irriverente, angosciante.
Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Prendersi del tempo per se stessi. Farsi una risata. Pensare a cosa si è letto e rimanere con la sensazione di voler sapere la conclusione del giallo. Per poi vedere se la nostra quotidianità in qualche modo coincide con quella dei protagonisti.
Quale libro hai letto quest’anno che ti ha maggiormente colpito e consiglieresti?
I figli del capitano Grant, Verne. Un libro incredibile che mi ha fatto conoscere un modo di scrivere i dialoghi dei personaggi magistrale.
Adesso è arrivato il momento di porti una domanda che nessuno ti ha mai fatto ma a cui avresti sempre voluto rispondere
Si, il protagonista Nicolò, almeno nelle sue fattezze e in parte del suo carattere è ispirato a me stesso. Questo per le molte situazioni del testo dove tutto viene ridicolizzato. E per non prendermi troppo sul serio, prima di tutto ho ridicolizzato me stesso.