Intervista scrittore Oreste Venier

Intervista a Oreste Venier autore del libro “L’ultimo ritornello".
Oreste Venier
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La redazione del sito Recensione Libro.it intervista lo scrittore Oreste Venier autore del libro “L’ultimo ritornello”

Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “L’ultimo ritornello”, cosa diresti?

E’ un libro che racconta l’emozione che può vivere un ragazzo – in particolare uno studente fuori sede, quindi lontano dalla propria famiglia – nello scoprire una cosa nuova, e la solitudine di non poterla condividere con nessuno.

E’ un libro che racconta come l’ingordigia umana porta le persone a perdere la testa.
Il tutto regolato dalla precisione della matematica e dalla forza dirompente delle sue regole, con uno stile semplice e senza fronzoli.

L’ultimo ritornello è un thriller tecnologico, ma in esso il Lettore non troverà mai “il computer della NASA in un garage”; tutti gli aspetti tecnologici sono realistici, e possono essere realmente esistiti così come descritti.

Il messaggio che ho cercato di trasmettere è che nessuno è immortale e che, ancor meno, può portare con sé il proprio tesoro. Solo il tesoro che è dentro di noi, non fuori, potrà seguirci.

Da dove nasce l’ispirazione che ti ha portato a scrivere di questo caso così intrecciato che mette assieme, in un’indagine, morte e bitcoin?

Senza spoilerare la trama del libro, posso dire che il meccanismo che mette in atto il protagonista per proteggere il proprio tesoro è reale e realizzabile: era da tempo che volevo realizzare una App per il cellulare per mettere in grado chiunque di farlo, ma poi mi sono detto: perché non scriverci una storia?

Inoltre da molti anni gli amici mi chiedono di raccontare loro come funziona il bitcoin, al di là del “trading on-line” che non ha nulla a che vedere con i meccanismi sottostanti: così ho provato a farlo per bocca dei vari personaggi. Chi leggerà il libro non ha bisogno di alcuna preparazione specifica: si goda la storia e alla fine, anche se non gli sarà piaciuta, … avrà capito come funziona il bitcoin 🙂
Il tema della morte è stato toccato perché il denaro rende avidi, e l’avidità e l’invidia non possono che portare alla morte.

Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?

Parlo da Lettore anch’io: un libro deve divertire. Deve farti venire voglia di continuare a leggere anche se è tardi ed è ora di spegnere. L’ultimo ritornello – ma anche la seconda avventura di Soo-Min, Codice di squadra – ha un intento anche divulgativo. Le criptovalute sono pericolose: vorrei che i Lettori percepissero che non è tutto oro ciò che luccica. E mi piacerebbe che arrivasse loro il messaggio che sotto a tutto c’è la matematica.

C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?

Leggere un libro stampato è molto diverso da leggerlo al computer. E anche da leggerlo stampato in casa e rilegato a mano. Dopo la pubblicazione, rileggendo L’ultimo ritornello, e sentendo proprio la materialità del libro brossurato in mano, mi sarebbe piaciuto allungare un po’ la parte finale. Tuttavia alcuni Lettori hanno invece apprezzato il fatto di essere conciso e di non “allungare il brodo”, dicendo che quello che conta è la storia. Col secondo libro comunque ho cercato di essere più bilanciato fra le varie parti. Un’ultima cosa che mi sarebbe piaciuta è far illustrare l’inizio di alcuni capitoli da un illustratore professionista: semplicemente qualche bozzetto, per agevolare il Lettore nella caratterizzazione dei personaggi. Magari è una cosa che farò in seguito, in un’edizione speciale.

Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “L’ultimo ritornello”, quali useresti?

Lo definirei intrigante, realistico e misterioso. Gli ultimi due possono sembrare incompatibili fra loro, ma non lo sono: non c’è niente di più misterioso della scienza, e della matematica in particolare, anche se di per sé è fortemente ancorata alla realtà.

Perché credi si debbano leggere il tuo libro?

Ho cercato di creare una storia innanzitutto originale, cercando di bilanciare gli aspetti tecnici e divulgativi della matematica con gli aspetti più d’azione legati alla ricerca del tesoro in criptovalute.

A differenza dei thriller polizieschi più tradizionali, nei quali il detective è protagonista assoluto dall’inizio alla fine, qui la vera protagonista è la storia stessa, una storia intrisa di emozioni: dalla gioia di scoprire un tesoro all’ineluttabilità di non poterne godere, fino alle azioni decisive che determinano il destino di una vita in pochi istanti.
La giovane criminologa Soo-Min avrà il compito non solo di risolvere il mistero, ma soprattutto di accompagnare il Lettore attraverso questi passaggi.

Quali sono i tuoi prossimi progetti in fatto di scrittura?

Il mio progetto è quello di scrivere, col tempo, altri libri, basati ognuno su un diverso e attuale argomento matematico: i primi due libri, già usciti (L’ultimo ritornello e Codice di squadra), parlano della crittografia e della sua applicazione nelle criptovalute, mentre i prossimi parleranno dell’arte di nascondere le informazioni (steganografia), dell’importanza dei numeri casuali (che proteggono ormai inconsciamente quasi tutte le nostre attività in rete), e così via. Le storie avranno sempre una parte divulgativa, tipicamente affidata ai personaggi stessi, e una parte d’azione, per cercare di divertire quanti più Lettori possibile.

Qual è il libro che hai letto quest’anno che ti ha più colpito e consiglieresti?

Ho riletto la “Biblioteca dei Morti” di Glenn Cooper. Un capolavoro. E un sempreverde. Mi ha colpito ancora più di 14 anni fa quando l’ho letto per la prima volta, perché è così realistico nella sua non-realtà da far venire i brividi fino all’ultima pagina.

Adesso è il momento di porti una domanda che nessuno ti ha fatto ma a cui avresti sempre voluto rispondere.

“Perché ora?” Nessuno mi ha fatto questa domanda, ma me la sono posta da solo tante volte negli ultimi mesi. Forse perché nel mio lavoro (ndr scrivo relazioni tecniche per cause in Tribunale) da tempo trovo appagamento quando finisco uno scritto, in particolare per spiegare in modo semplice tematiche tecniche, ma senza banalizzarle: ho trovato lo stesso appagamento nello scrivere un capitolo per volta.
Credo che le cose arrivino quando devono arrivare. Ritirarmi alla sera a scrivere era come entrare in un altro mondo. Spero di coinvolgere in questo mondo molti Lettori, e soprattutto di farli divertire.

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

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