La redazione del sito Recensione Libro.it intervista la scrittrice Daniela Sinisi autrice del libro “La festa di Sant’Anna”
1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “La festa di Sant’Anna”, cosa diresti?
Il mio libro è un’esaltazione della vita, in un’ottica non di semplice “sopravvivenza” agli eventi dolorosi che incrociano le strade di ciascuno di noi, ma di esistenza piena e consapevole. Le esperienze di vita dei personaggi sono tappe di un cammino di crescita interiore culminanti nel recupero e nella condivisione di valori essenziali: amore, famiglia, affidamento a Dio che non è fede cieca, ma ricerca e approdo.
Come dice uno dei personaggi, questa volta maschile: “E’ meglio vivere mettendosi in gioco, e quindi rischiando anche di farsi male, ma comunque dando un’identità alla propria esistenza, piuttosto che chiudersi nel guscio delle proprie sicurezze, e quindi condannarsi ad una vita statica, immutabile”.
2. Da dove nasce l’ispirazione per questo libro così corale ma in cui molti si possono ritrovare?
La scomparsa di una cara amica è stato non solo l’evento deflagrante che ha dato una sterzata alla mia vita, ma ha indicato i contenuti del mio romanzo, per quanto io abbia attinto a piene mani anche dal mio vissuto personale. D’altra parte, esiste scrittore che non trametta alle proprie storie qualcosa di sé?
3. Hai scritto questo romanzo di getto, come un flusso di coscienza raccogliendo le idee e i ricordi o ragionando a fondo?
Entrambe le cose. Sentivo la materia “informe” di idee e ricordi che esplodeva dentro di me come magma da un vulcano, ma sapevo di doverla filtrare attraverso un processo razionale. Scrivere di getto soddisfa una esigenza catartica del tutto personale, ma, quando si vuol prendere il lettore per mano, trascinandolo in una full immersion nella storia, allora il “ragionamento” diventa indispensabile.
4. Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Il mio auspicio più profondo è che i lettori entrino nei miei personaggi, fino a confondersi con loro, provando le loro stesse emozioni e sensazioni. Per sentirsi, alla fine, arricchiti, come da esperienze realmente vissute.
5. C’è qualcosa che Danila Sinisi avrebbe voluto aggiungere al libro, quando lo ha letto dopo la pubblicazione?
No, affatto. Ciò che ho scritto coincide esattamente con ciò che volevo scrivere, proprio perché è frutto di fantasia creativa e riflessione nello stesso tempo.
6. Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “La festa di Sant’Anna”, quali useresti?
Femminile perché è un romanzo che parla di donne, della loro resilienza e forza interiore. Pugliese che non rimanda tanto ad una connotazione geografica, per quanto nel romanzo si indulga molto nella descrizione di alcuni luoghi della Puglia, quanto ad una “meridionalità” intesa come condizione interiore di riconoscersi in determinati valori.
Bella, come lo è, sempre, la vita, anche quando ci sembra insopportabile.
7. Perché Daniela Sinisi crede si debba leggere la sua storia?
Perché tocca le corde del cuore e induce a riflettere su se stessi.
8. Hai nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?
Ho iniziato una collana di gialli, di cui sto terminando il secondo volume, intitolata “Arte e Misteri in Puglia” che coniuga enigmi del mondo dell’arte con l’incantevole cornice dei luoghi della Puglia, e che vede come protagonisti una coppia di investigatori.
Ma il progetto che più mi sta a cuore riguarda la stesura di un libro incentrato su di un episodio della nostra storia recente, assai poco conosciuto: quello della rivolta antifascista delle donne di Monteleone, un paesino del foggiano, avvenuta nel ’43. Un evento che segnò l’inizio del malcontento delle masse nei confronti del regime fascista.
9. Qual è il romanzo che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo anno?
Ultimamente ho riletto la trilogia di Ken Follett, uno scrittore che amo molto per la sua capacità di rendere gli scenari storici in maniera estremamente oggettiva, senza mai scadere in un vuoto e noioso descrittivismo, che si sposa con la sua abilità nel rendere, anche con poche pennellate, le sfaccettature dell’animo umano.
10. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Premetto che ogni libro, secondo me, comporta uno sforzo creativo da parte dello scrittore. Tuttavia ce ne sono tanti, purtroppo, in commercio, privi del tutto, di contenuti: veri e propri monumenti alla superficialità e alla povertà di idee.
11. Adesso è arrivato il momento per porti da sola una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
Fin da bambina mi sono chiesta che tipo di persona fossi: razionale o istintiva, passionale, più incline alla mediazione o al conflitto? Era una domanda che mi ponevo in maniera drammatica, perché sentivo che la mia vita futura sarebbe dipesa da quella risposta. Allora non sapevo che non si può pianificare a priori la propria esistenza, e che solo vivendo si può conoscere se stessi, così come il resto del mondo. Oggi ho trovato la risposta alla mia domanda di bambina, ma ho dovuto prima vivere…