La redazione del sito Recensione Libro.it intervista la scrittrice Francesca Venezia autrice del libro “In bilico”
1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “In bilico”, cosa diresti?
Credo racconti come ciascuno di noi, con le proprie piccole o grandi nevrosi, cerchi di trovare il proprio equilibrio nella vita, superando i passi falsi e anche quando accordarsi al passo di chi ci cammina accanto, con un’andatura spesso diversa dalla nostra, non è facile!
2. Da dove nasce l’ispirazione per raccontare questo modo diverso di scoprire e conoscere l’amore che hai immaginato?
Mi sono fatta guidare dalle immagini, dalle espressioni dell’uomo e della donna immortalati nella foto che ho scattato in un parco di Londra e che è diventata la copertina del libro. Non so se i due fossero una coppia ma mi piaceva il modo in cui lui le camminava accanto, timido e intimorito ma anche pieno di stupore e desiderio. Di lei ho notato il sorriso luminoso e contagioso che sembrava più forte dei segni del tempo e della vita. Mi sono sembrati un buono spunto per raccontare le difficoltà che tutti devono affrontare quando si trovano a riapprocciarsi ad un nuovo amore non più in giovane età. E ho avuto voglia di osservare la stessa situazione da più punti di vista, non solo dei due protagonisti ma anche di chi li guarda dall’esterno.
3. Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Mi piacerebbe rendere evidente come lo stesso scenario possa cambiare, se visto con occhi differenti, frutto di esperienze e modi di sentire diversi e come tanti equivoci e incomprensioni nascano dai silenzi e dalle supposizioni. Far vedere quanto comunicare sia necessario per ridurre le distanze che ci dividono dagli altri. Mi piacerebbe far riflettere sul senso delle paure, che è lecito ognuno abbia sviluppato come mezzo di difesa, ma anche sulle possibilità che la vita offre a chi rischia ed esce dalla propria zona di comfort.
4. C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?
In realtà sono stati i lettori a dirmi che si erano affezionati a Connor e ad Easy e che è stato un dispiacere arrivare alla fine del libro, che ne avrebbero voluto di più. Quindi sì, avrei forse aggiunto qualche altro capitolo per raccontare la conoscenza e l’avvicinamento dei due protagonisti. Ma, chissà mai che, prima o poi, non ci sia un seguito!
5. Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “In bilico”, quali useresti?
Ironico, intimo e sincero. Direi anche un filo nevrotico, ma bonariamente e speranzosamente nevrotico!
6. Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Perché è fresco, credo sia un racconto che fa sorridere ma anche pensare, ironico ma profondo.
Seconda parte intervista
7. Hai nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo romanzo? Puoi anticiparci qualcosa?
Sì, sto lavorando su un altro romanzo che è a buon punto ma che, attingendo in parte alla mia vita, ha bisogno di una importante fase di revisione, se non di riscrittura, per equilibrare il reale con il romanzato.
8. Qual è il romanzo che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo anno?
Ho letto proprio negli ultimi giorni uno dei candidati al Premio Strega “e poi saremo salvi” di Alessandra Carati e l’ho molto apprezzato. Racconta la storia di Aida, una bimba bosniaca costretta a rifugiarsi in Italia con la sua famiglia per sfuggire alla guerra. Racconta la vita da profughi che dà salvezza ai corpi ma non sempre alle anime, le quali si lacerano, di rabbia, nostalgia, frenesia, rimanendo spesso impigliate nella vita precedente. E’ purtroppo un tema attuale ed un romanzo duro e struggente.
9. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Nessuno, in ogni libro ognuno può trovare qualcosa di sé, anche solo una frase che lo rappresenta e in cui si riconosce. E in ogni caso, se non è scritto bene o non si trova niente di interessante, si può sempre chiuderlo senza arrivare alla fine.
10. Adesso è arrivato il momento per porti da sola una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
Scelgo di pormi e di rispondere ad una domanda abbastanza banale, in realtà, ma che in questo momento voglio ribadire soprattutto a me stessa e cioè cos’è che mi ha riportato a scrivere dopo che gli eventi mi avevano allontanata da questa passione. E rispondo dicendo che la scrittura è guarigione e rivalsa. Mi piace pensare che quando, nella vita di ciascuno, qualche ‘torre’ cade, sia per richiamare l’attenzione sulla strada persa, sui talenti trascurati e che, nel mio caso, il talento trascurato da riportare alla luce sia proprio la scrittura.