Intervista scrittrice Giorgia Turnone

Intervista la scrittrice Giorgia Turnone.
Giorgia Turnone
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La redazione del sito Recensione Libro.it intervista la scrittrice Giorgia Turnone autrice del libro “O si vince o si muore”

Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “O si vince o si muore – Lineamenti interpretativi del Trono di Spade”, cosa diresti?

In primo luogo, vorrei cogliere l’occasione per ringraziare la redazione per l’interesse dimostrato verso il mio saggio. Rispondendo alla sua domanda, se è vero che sono i personaggi a fare una storia, allora quelli del Trono di Spade spiccano indubbiamente per la loro personalità frastagliata e piena di sfaccettature, a volte anche contraddittorie tra loro. Tutti, o la maggior parte, sono portatori di una complessità meritevole di essere analizzata, una complessità che ci mette faccia a faccia con le miserie e lo splendore dell’essere umano, dei suoi valori, delle sue scelte. I personaggi fanno la storia di un libro nella stessa maniera in cui l’uomo è artefice e costruttore del suo stesso divenire. Capire l’uomo è in un certo senso un tentativo di capire le epoche che attraversiamo. E il Trono di Spade rappresenta, a mio modo di vedere, una lente di ingrandimento privilegiata per provare a farlo.

Da dove nasce l’ispirazione che ti ha portato a scrivere questo saggio con un’analisi così certosina e ben pensata del Trono di Spade?

In realtà, è stato tutto molto naturale. Da amante della letteratura, ho sempre coltivato l’idea di scrivere un libro e il Trono di Spade, con la sua storia accattivante fatta di intrighi e passioni, mi ha offerto sul piatto d’argento l’occasione di farlo. Anche se ho cominciato a guardare la serie quasi per caso, l’ho amata dalla prima puntata.

È stato un richiamo irresistibile: i personaggi erano così squisitamente tridimensionali che sentivo sarebbe stato un delitto non approfondirli come si conveniva, anche perché lo show, che ha settato nuovi standard nel mondo della serialità contemporanea, è anche stato frainteso nella sua globalità proprio a causa dei suoi chiaroscuri narrativi.

Questo è uno dei rischi in cui le opere possono incorrere quando diventano fenomeni di massa. La sfida è passare indenni l’insindacabile giudizio del pubblico, amplificato esponenzialmente grazie ai vari social network. Ma a quale prezzo, mi chiedo? Al prezzo di sacrificare precise scelte narrative, contestabili o no, all’altare del gradimento popolare, per confezionare un prodotto che corrisponda esattamente all’idea che la maggior parte del pubblico ha in mente? Sono questioni su cui vale la pena interrogarsi, nel complesso mondo della narrazione e degli adattamenti televisivi.

Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?

Ricollegandomi a quanto stavo spiegando nella risposta precedente, inviterei tutti coloro che hanno amato-odiato (a causa del finale controverso) il Trono di Spade a riguardare la serie con occhi diversi. Leggo grande delusione per come si sia conclusa la grande minaccia proveniente da Nord, quella degli Estranei: al netto di uno sviluppo in effetti abbastanza frettoloso nelle ultime due stagioni, non credo fosse quello il cuore pulsante della storia. Martin è sempre stato molto più interessato a esplorare la natura dell’uomo e le sue fratture interiori.

In questo senso, lealisti del Sud, del Nord, fazioni rivali, nemici giurati che mettono da parte i motivi del loro conflitto per unirsi contro una causa comune, salvo poi nuovamente dividersi e contendersi i Sette Regni, strizza chiaramente l’occhio a quell’homo homini lupus con cui ancora oggi è triste dover fare i conti. Un uomo fa eccezione, quel Jaime Lannister che inverte il paradigma, perché la sua storia è tutto fuorché banale e anche questo lo dimostra: tutti si uniscono, combattono e si dividono, lui si divide (da Cersei), combatte, per poi riunirsi nuovamente con la sua amante e regina. Cose che si fanno per amore.
Cambiare il taglio prospettico entro cui interpretare il Trono di Spade: ecco, questo è, in sintesi, il mio auspicio. O almeno, levare una voce nel mezzo di un coro sincronico.

C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?

No. Nessun rimpianto dopo la pubblicazione, sono contenta e soddisfatta della tavola dei contenuti definitiva. Semmai, in fase di pre-pubblicazione sì. In pieno editing, ho aggiunto il paragrafo su Viserys Targaryen, il “Re Mendicante”. Un personaggio che appare in sole cinque puntate della prima stagione, un tempo narrativamente insufficiente per approfondire il suo tragico passato, ma invece sufficiente per rintracciare nella sua storia quegli elementi che torneranno utilissimi ai fini della comprensione dell’arco di sua sorella Daenerys.

Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “O si vince o si muore – Lineamenti interpretativi del Trono di Spade”, quali useresti?

Corposo, coinvolgente, impopolare, ho detto in una precedente intervista e ripropongo le medesime parole in questa sede. Non per mancanza di fantasia, ma perché credo realmente in quello che ho affermato. Il mio è un saggio piuttosto lungo, denso; non risparmia analisi minuziose che credo possano risultare accattivanti tanto per i fan della serie quanto per i lettori dei libri di Martin; infine, sono consapevole che l’angolo prospettico entro cui analizzo il Trono di Spade possa non essere dei più popolari: non boccio il finale (ma provo a spiegarlo), difendo con forza l’esito della storia di Cersei e Jaime Lannister, concordo con lo sviluppo di Daenerys Targaryen (benché ne riconosca la realizzazione frettolosa), per citare qualche esempio.

Perché credi si debba leggere il tuo libro?

Il mio è un lavoro che nasce dallo studio di diverse fonti, che si dà poi nell’analisi e nell’interpretazione della storia e del messaggio da essa veicolato. Credo che chi abbia visto almeno una volta il Trono di Spade dovrebbe leggere questo saggio quantomeno per conoscere un altro punto di vista sulla serie, che poggia le basi non sul gusto soggettivo della scrivente, ma su una decrittazione il più possibile accurata del senso dell’opera. E a questo proposito, ringrazio la casa editrice bookabook per aver dato fiducia alla mia prima fatica letteraria.

Quali sono i tuoi prossimi progetti in fatto di scrittura?

A proposito di fatiche letterarie, credo proprio che ne seguiranno altre. Al momento ho solo suggestioni, poi una di queste diventerà un’idea, e quando l’idea sarà matura potrò dirmi pronta per metterla nero su bianco. In continuità tematica con questo saggio, potrei proporre un lavoro sulla serie prequel “House of the Dragon”; oppure, un saggio incentrato su “Star Wars”, un vero e proprio cult cinematografico che ben si presta a un approfondimento; o potrei scrivere una storia tutta mia… perché no? I progetti ci sono, la volontà anche, il tempo lo si trova.

Qual è il romanzo o il saggio che hai letto quest’anno che ti ha più colpito e consiglieresti?

Ho appena terminato la lettura del libro di Matteo Saudino, “Star Wars e la filosofia. I grandi concetti del pensiero spiegati con Darth Vader, Yoda, la Principessa Leia e gli altri”. Un recentissimo regalo di mio fratello Pierluca che, tra le altre cose, ringrazio per aver inculcato in me l’idea di rigore e accuratezza alla base di una produzione scritta. Spero, e credo, che possa essere orgoglioso della pubblicazione del mio primo libro.

Adesso è il momento di porti una domanda che nessuno ti ha fatto ma a cui avresti sempre voluto rispondere.

“Ti senti all’altezza di scrivere un libro?”. Nessuno me l’ha mai chiesto. Tutti, dalla mia famiglia al mio caro amico Andrea, mi hanno sempre detto che avessi le carte in regola per poterlo fare e che, anzi, sarebbe stato sbagliato non provarci. Ma io sono una persona a cui piace interrogarsi e riflettere, anche sulle proprie potenzialità. E quindi sì, oggi credo di poter affermare essere stata all’altezza. Il bello però non è stato riuscirci: è stato provarci. Perché man mano che scrivevo, parola dopo parola, pagina dopo pagina, paragrafo dopo paragrafo, maturavo progressivamente in me la risposta che oggi posso darle con vera consapevolezza.

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

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