La redazione del sito Recensione Libro.it intervista la scrittrice Laura Gori autrice del libro “Due madri e altri racconti”
Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Due madri e altri racconti”, cosa diresti?
E’ una raccolta di racconti dove il tempo è il vero protagonista di queste storie. Un tempo sospeso e di attesa, un tempo in cui si spera possa far accadere tutto quello che non è ancora accaduto fino ad allora. I protagonisti sono donne, madri, figli. Una figlia che accudisce la madre ormai priva di memoria, una donna che fugge, i tormenti di un adolescente, il mondo magico in cui vivono i bambini. Questi sono alcuni dei personaggi di questa raccolta di storie, che nasce con l’intento di voler sondare il prismatico universo femminile e quello dei figli. Donne spesso fragili e inquiete, alla ricerca della direzione da intraprendere, si ritrovano a interagire con bambini dallo sguardo incantato, adolescenti problematici e anziani vulnerabili.
Da dove nasce l’ispirazione che ti ha portato a scrivere queste storie in cui si trattano tantissimi temi dai legami, alla malattia, dal prendersi cura degli altri al mostrare le proprie fragilità?
Nella mia professione di medico, mi trovo a contatto con le persone, le loro vite, le loro sofferenze, le loro storie, la loro umanità. Da questa mia esperienza lavorativa trovo spesso ispirazione per i miei personaggi. Il racconto “Due Madri” che da il titolo al libro, invece trova ispirazione da una esperienza personale.
Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Il senso dei legami profondi, tra madre e figli per esempio. L’amore che lega un figlio alla madre va al di là dei litigi, delle incomprensioni; è un amore totalizzante, il primo amore che una persona conosce nella vita. Ma tutto questo si capisce alla fine, quando si sente il vuoto che lascia l’assenza di quell’amore.
C’è qualcosa che Laura Gori avrebbe voluto aggiungere al libro, quando lo ha letto dopo la pubblicazione?
Forse un racconto in più che ho lascito nel cassetto.
Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “Due madri e altri racconti”, quali useresti?
Diretto, intenso, vero.
Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Perché racconta di amori primitivi, essenziali. Parla di legami e amori familiari. Quello che vivi nella famiglia, durante l’infanzia ti segna nel bene e nel male. E questi racconti parlano di questo.
Quali sono i tuoi prossimi progetti in fatto di scrittura?
Partendo dal racconto “Due madri” ho in mente una storia più lunga, una storia familiare dove si intrecciano più personaggi. Tratta sempre di legami ed affetti familiari, del rapporto tra madri e figli, tra sorelle, della malattia di Alzheimer, dei caregiver, dell’amore filiale e non solo.
Qual è il libro che hai letto quest’anno che ti ha più colpito e consiglieresti?
Ho letto diversi libri quest’anno. Quello che mi è rimasto più dentro è La portalettere di Francesca Giannone. Scritto molto bene, con una trama avvincente e con dei personaggi a tutto tondo, costruiti molto bene. L’ho letto in un giorno e mezzo perché non riuscivo a staccarmi dalle pagine.
Adesso è il momento di porti una domanda che nessuno ti ha fatto ma a cui avresti sempre voluto rispondere.
“Perché scrivi, nonostante fai un’altra professione nella vita?”
Da accanita lettrice di libri e di storie scritte da altri, adesso sento il bisogno di raccontare io delle storie. Scrivere per me è mettere in ordine ciò che mi accade nella vita, le emozioni che provo, gli incontri che ho con pezzi di vita di altre persone che incontro sul lavoro, per strada, nella mia vita di tutti i giorni. Creo un finale diverso, un personaggio migliore o peggiore. Trasformo la realtà rendendola un po’ più simile a quella che vorrei.
