La redazione del sito Recensione Libro.it intervista la scrittrice Palma Di Miele autrice del libro “L’amore soffocato”
Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “L’amore soffocato”, cosa diresti?
Il romanzo, intende esprimere, l’umanità dolente, di esseri, privati del diritto primordiale di vivere la loro emotività. Ossessionati da una società convenzionale, e, fintamente umana.
Da dove nasce l’idea che ti ha portato a scrivere questo giallo in cui niente è come sembra e le verità sono celate?
L’idea del romanzo, “L’amore soffocato”, nasce dalla necessità intellettuale di sostenere la forza dell’amore, contro ogni paura.
Affinché, si possa far emergere, quanto rimane tutt’ora celato.
Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Auspicherei, il desiderio di effondere la speranza d’esprimere coraggiosamente, ogni pensiero privo di qualsivoglia forma di limitazione, di vivere liberamente, la propria vita.
C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?
Sì! Si può sempre aggiungere altro! Non vi è limite al fare!
Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “L’amore soffocato”, quali useresti?
Il romanzo, L’amore soffocato”, può sicuramente, fregiarsi di questi aggettivi: autentico, immersivo, travolgente.
Perché credi si debba leggere il tuo libro?
L’analisi dei drammi esistenziali, non ha confini!
Il romanzo, affronta tematiche dell’io, che coinvolgono molteplici esseri ai quali, la società, ancora deve adeguato tributo.
Esso, dunque, può, nei suoi contenuti, interessare una vasta sfera di lettori.
Quanto c’è di reale in questo romanzo?
L’intera trama, riflette ed intreccia profili umani reali, al racconto frutto della fantasia dell’autrice.
C’è un personaggio in particolare a cui ti senti più legato?
Il protagonista, del romanzo, è Ludovico, e sicuramente incarna il volto più dolce e più amaro, dilaniato, da una società sterile e vacua.
Ma accanto ad egli, emerge, ancor più bello il è profilo di Diana. La donna, moglie e madre ferita, che, oltre il sofferto, profonderà l’amore che sovrasta ogni livore.
A quali scrittore ti ispiri per i tuoi libri?
Il libro riflette tantissimi tatti, della letteratura italiana dell’Ottocento, e del primo Novecento. Sono identificabili gli aspetti cardini del cerebralismo pirandelliano accanto alla frantumazione e della spersonalizzazione delle nevrosi di Svevo. Così come sono presenti, i drammi di “Ernesto e gli altri “di Saba, o quelli dell’esasperazione sociale pasoliniana. Dunque tanti autori, tanti spunti, ciascuno per se, ha segnato me stessa, il mio percorso professionale e lo stesso libro.
Quale romanzo che ti è piaciuto particolarmente consiglieresti?
Tantissimi, non oserei esaltare nessuno a danno di un altro. Consiglierei il mio!
Adesso è il momento di porti una domanda che nessuno ti ha fatto ma a cui avresti sempre voluto rispondere.
Vorrei che mi chiedessero: “Esiste lo strumento che dissipa l’iniquità”?
Ed io vorrei poter dire: ”Sì, esiste è l’interiorità!