Intervista scrittrice Rossana Rotolo

Intervista alla scrittrice Rossana Rotolo.
Rossana Rotolo
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La redazione del sito Recensione Libro.it intervista la scrittrice Rossana Rotolo autrice del libro “Una Pancrazia a Berlino”

Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Una Pancrazia a Berlino”, cosa diresti?

Un viaggio un po’ sentimentale e molto ironico nella vita dei ventenni d’inizio millennio. Gli stessi che ora sono ultraquarantenni e magari anche bacchettoni, ma che hanno avuto la fortuna di vivere la propria gioventù in un’epoca decisamente più serena e ottimista dell’attuale.

Da dove nasce l’idea che ti ha portato a scrivere questo libro su un Erasmus a Berlino con tutte le avventure che ne conseguono?

L’idea è nata molti anni fa, quando cominciai a raccontare il mio Erasmus sul mio blog. Era circa il 2010 e io a Berlino ero stata tra il 2000 e il 2001. All’inizio lo feci senza nessun progetto o programmazione ma poi mi accorsi che ogni aneddoto descritto ne stimolava subito un altro, riportando alla mente ricordi che credevo sopiti. Quello che doveva essere un racconto sporadico, divenne una lunga catena di post. Raccontare tutti e sei i miei mesi a Berlino fu per me divertente e terapeutico.

Ho poi deciso di trasformare il tutto in un libro molti anni dopo, con lo scopo di fare una sorta di dono, spero gradito, ai futuri Erasmus e ai figli di noi ventenni di 25 anni fa, per lasciare loro una testimonianza sincera e non seriosa di “come eravamo” veramente.

Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?

Vorrei che cogliessero la leggerezza di quell’epoca e di quell’età. Ma anche la profondità e l’importanza di quegli incontri e di quelle amicizie. La ricchezza del confronto con l’altro. Un principio che valeva allora e vale ancor più adesso.

C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?

Sì! Confrontandomi in particolare con una mia vecchia compagna di Erasmus, mi sono venuti in mente ulteriori aneddoti. Ma quelli ormai rimarranno fuori dalla narrazione per sempre. Me ne devo fare una ragione.

Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “Una Pancrazia a Berlino”, quali useresti?

Divertente, nostalgico, originale.

Perché credi si debba leggere il tuo libro?

Per divertirsi e vivere un’avventura un po’ pazza.

Quali sono i tuoi prossimi progetti in fatto di scrittura?

In questo momento sto lavorando a una raccolta di racconti illustrati, dove saranno mie le parole, i disegni e tutto il progetto grafico. Un’idea ambiziosa che mi spaventa ma, al tempo stesso, mi attrae perché riunisce le mie due passioni principali: il racconto e il disegno.

Qual è il libro che hai letto quest’anno che ti ha più colpito e consiglieresti?

“Il vecchio che leggeva romanzi d’amore” di Sepulveda. Un protagonista appassionato di lettura è sempre una garanzia.

Adesso è il momento di porti una domanda che nessuno ti ha fatto ma a cui avresti sempre voluto rispondere: qual è il libro che avresti voluto scrivere?

Senza dubbio Frankenstein di Mary Shelley, un capolavoro potente e senza tempo. Da donna, poi, il fatto che l’abbia scritto un’altra donna, me lo rende ancora più caro e prezioso.

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

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