La redazione del sito Recensione Libro.it intervista la scrittrice Silvia Franchini autrice del libro “Dovevo sposare Cesare Cremonini”
Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Dovevo sposare Cesare Cremonini”, cosa diresti?
Non conosciamo mai abbastanza noi stessi, soprattutto quando entrano in gioco i sentimenti, poiché sfuggono alla nostra ragionevole comprensione. Diletta, la protagonista, è un’attenta osservatrice di sé e di ciò che la circonda, eppure non sarà sufficiente a capirsi completamente.
Da dove nasce l’ispirazione che ti ha portato a scrivere questo romanzo moderno sull’amore ma
soprattutto sul conoscere se stessi?
Credo che la risposta più giusta sia “dalla vita”. L’ispirazione nasce dalla vita vissuta.
Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Mi piacerebbe che si rivedessero nella protagonista, anche se diversi da lei, perché Diletta in fondo è un po’ tutti noi, con la sua spiccata umanità, espressa a 360°. Vorrei comunicare l’importanza di ogni tassello vissuto, positivo o negativo che sia, di ogni battito dedicato a qualcuno, anche se e quando non è stato ricambiato. Vorrei che non perdessero mai la speranza.
C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?
Ovviamente sì, altre caratteristiche di Diletta. È un personaggio che continua a crescere nella mia testa.
Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “Dovevo sposare Cesare Cremonini”, quali useresti?
Profondo, spumeggiante, autentico.
Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Queste domande mi creano sempre imbarazzo. Non vorrei peccare di presunzione, né di modestia.
Cosa risponderebbero i grandi scrittori della storia? Non saprei. Risponderò allora nel modo più semplice: perché è una bella storia.
Quali sono i tuoi prossimi progetti in fatto di scrittura?
Ho già iniziato un nuovo romanzo, perché questa storia non è ancora finita.
Qual è il romanzo che hai letto quest’anno che ti ha più colpito e consiglieresti?
Ammetto che negli ultimi anni ho dedicato più tempo alla scrittura, che alla lettura. Ma consiglio di leggere “Il Miniaturista” di Jessie Burton e “La meccanica del cuore” di Mathias Malzieu. Sono libri misteriosi, ricchi di suggestioni e di fascino.
Adesso è il momento di porti una domanda che nessuno ti ha fatto ma a cui avresti sempre voluto rispondere.
“Il romanzo si apre e si chiude con una citazione al Festival di Sanremo. Anche Lei, come Diletta, vorrebbe essere invitata?”. “In effetti sì, scendere le scale del Teatro Ariston è un sogno che custodisco come una favola da quando sono bambina”.