1. Per iniziare… raccontaci qualcosa di te, qualcosa che vorresti che i nostri lettori sapessero prima di entrare in contatto con il libro che hai scritto.
Nel mio armadio c’è un costume per adulto da Batman che ho indossato in pubblico in più di una occasione. La mia stanza preferita, in casa, è quella che contiene una mezza dozzina di pupazzi di Spongebob appesi alle tende.
2. Dovendo riassumere in poche righe il senso del libro “Pugnomante” cosa diresti?
“Cosa succede quando un nerd smette di assumere psicofarmaci e si dedica alla scrittura? Pugnomante.”
3. Nel tuo libro racconti di un personaggio fuori dagli schemi che pensa di risolvere tutto con i pugni, ma poi si rende conto che la realtà è ben diversa. Da dove nasce l’idea?
Gli eroi moderni, specialmente al cinema, nei fumetti e nei cartoni animati, risolvono tutto con la violenza. Personalmente, la trovo una cosa esilarante: con Pugnomante speravo di mostrare ad altri il mio punto di vista.
4. Cosa vorresti che il lettore riuscisse a comprendere leggendo il libro? Quale significato non del tutto esplicito vorresti potesse cogliere?
Che non c’è alcun significato recondito, e stanno davvero leggendo 50’000 parole di un beota che fa a pugni con cose, persone e concetti astratti. Ma non sarebbe vero. Queste cose tendono a infiltrarsi tra le righe, e alla fine ecco che Pugnomante ha la sua dose di filosofia spicciola. Dico solo che Furio usa la violenza per fare cose sempre più assurde, e la più incredibile di tutte sta proprio alla fine.
5. Il tuo libro si presenta a metà fra una storia di fantascienza e una comica, ma alla base di tutto c’è la storia di un personaggio che cerca di capire cosa si nasconda dietro il furto che non è riuscito a sventare e che gli ha fatto perdere il lavoro. Nel romanzo quindi c’è anche spazio per la realtà. In quale passaggio del libro credi ci sia più contatto con ciò che viviamo quotidianamente?
La politica. Nella storia sono meno politici e più terroristi, perché ritengo che le campagne elettorali siano meno divertenti delle esplosioni, ma il succo è quello: la differenza sta solo nel nome.
6. Hai in programma nuove avventure per il protagonista di “Pugnomante”?
Le ho in mente, ma non ancora in programma. Il mio cervello è una miniera inesauribile di pessime idee, e ce ne sono molte in fila prima di Pugnomante 2: the Kickening.
7. Qual è il romanzo che ha “rivoluzionato” la tua vita conducendoti alla scrittura?
Non faccio nomi perché è un esempio negativo. Ero circa a pagina 100 quando ho pensato: “Se questo può fare lo scrittore, posso farlo anch’io.”
8. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Il Trono di Spade. Avete visto come sono ridotti i fan? Peggio di una tossicodipendenza, davvero. Roba da brivido.
9. Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
“Mi autografi la mia copia cartacea di Pugnomante?”
“No, ma ho appena inzuppato la mano nell’inchiostro. Aprilo sulla tua pagina preferita che lo battezzo.”