La redazione del sito Recensione Libro.it intervista Stefania P. Nosnan autrice del libro La bicicletta nera
1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del libro La bicicletta nera, cosa diresti?
Che è un romanzo d’amore, di coraggio e di speranza. Uno spaccato di storia italiana che non deve essere dimenticato o ignorato. Dal passato si può imparare a non commettere determinati errori.
2. Da dove nasce l’ispirazione per questo libro che parla delle atrocità della guerra, ma anche di amore?
Dal racconto di un discendente di Umberto. Logicamente alcune parti sono romanzate, ma le vicende di vita dei due protagonisti sono riportate fedelmente. Un omaggio dovuto a una persona meravigliosa.
3. Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Che bisogna sempre lottare per i propri valori, per quello in cui si crede e spera. Non bisogna arrendersi mai, anche se a volte sarebbe la via di uscita più facile. Solo lottando si possono raggiungere gli obiettivi prefissati e una propria libertà.
4. C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando l’hai letto dopo la pubblicazione?
Sinceramente no.
5. Se Stefania P. Nosnan dovesse utilizzare tre aggettivi per definire La bicicletta nera, quali userebbe?
Coraggio, speranza, altruismo.
6. Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Perché nonostante tutto è la nostra storia e nonostante tutti gli errori commessi, c’erano dei giovani che credevano nei valori della Patria; hanno combattuto e moltissimi sono morti per questo. Sono caduti per regalare alle generazioni future la libertà che godiamo. Tutti noi abbiamo un antenato che ha combattuto nella Prima, nella Seconda guerra mondiale o in entrambe, quindi è per loro che dobbiamo mantenere viva la memoria, perché tale sacrificio non sia stato vano.
7. Hai nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo romanzo? Puoi anticiparci qualcosa?
A dire il vero nel cassetto sono pronti ben 5 romanzi, tre contemporanei e due storici. L’ultimo sul quale ho appena messo la parola fine è sulle Portatrici Carniche. Si tratta di un romanzo sulle coraggiose donne al fronte durante la Prima guerra mondiale. Un progetto importante che vede la collaborazione con la campionessa olimpica e cara amica Manuela Di Centa, con cui ho inaugurato anche il sito ufficiale www.portatricicarniche.it che ha ottenuto l’inserimento e il riconoscimento del Portale Storico della Presidenza della Repubblica.
8. Qual è il romanzo che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo anno?
A dire il vero ce ne sono alcuni, ma sicuramente Tempesta di Lilli Gruber e La notte di E. Wiesel. Quest’ultimo è un colpo al cuore.
9. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Oddio, a questa domanda non posso rispondere, perché i gusti sono soggettivi e comunque il lavoro di tutti va rispettato.
10. Adesso è arrivato il momento per porti da sola una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
Una domanda che nessuno mi ha mai posto potrebbe essere: quanto di te c’è in un tuo romanzo? La risposta sarebbe: molto. Dai nomi dei personaggi ai tratti caratteriali. Credo che sia un dato comune a tutti gli scrittori, ed è anche un qualcosa che succede spontaneamente. Quando si scrive ci si immerge totalmente nella storia che la si vive interamente, soffrendo o sorridendo assieme ai protagonisti. Sono parte di te e quando si mette la parola fine inizia la fase del distacco; come quando una mamma deve lasciare andare il proprio figlio sulla via della vita. Un autore fa lo stesso.