Trama, recensione e commento libro L’altro me stesso di Francesco Bandinu
L’altro me stesso di Francesco Bandinu è un libro completamente incentrato sull’amore.
Il protagonista, Lorenzo Lombardo, è alla continua ricerca della propria personalità. Una personalità che con il trascorrere del tempo si arricchisce sempre più di amore, non solo passionale, ma anche amicale, figliare e per il proprio lavoro.
Trama libro L’altro me stesso di Francesco Bandinu
All’inizio del romanzo L’altro me stesso, lo scrittore Francesco Bandinu, ci parla di un giovane uomo sui trentacinque anni in uno stato confusionale seduto su di una panchina nel parco Sempione, a Milano.
Sembra che solo questo luogo riesca a rinfrancare il suo animo e la sua mente da uno stato di profondo turbamento. E’ proprio su questa panchina, come delle schegge di vetro che gli si conficcano nel cervello, che iniziano a emergere i suoi ricordi sotto forma di flash. L’uomo è accompagnato in questo processo di recupero della memoria dalla dottoressa Angelica della clinica Yourlife.
Il bel signore intuisce il proprio nome in modo inspiegabile a livello razionale. Lui si chiama Lorenzo.
Una volta scoperto il proprio nome, si trova davanti a una situazione assurda, per così dire fanta-scientifica.
Il protagonista è nato nel 1959 e poi, con un grande balzo temporale in avanti, ritroviamo lo stesso Lorenzo Lombardo nel 2059, cosa è accaduto? Cosa centra il Mind Recovery Program della clinica Yourlife con la sua vita?
Mezzo secolo prima è felicemente sposato con Adele e insieme a Carola formano una famiglia invidiabile, poi arriva la malattia e la sua “strana decisione”… così tutto cambia, tutto si sgretola.
Commento libro di Francesco Bandinu
Questo libro è un inno all’amore, all’amore eterno. Quell’amore che valica i confini del tempo e della ragione. Grande e bellissimo è il legame che Lorenzo ha con la moglie Adele così come il concetto di famiglia che viene non enfatizzato ma bensì amplificato.
Lorenzo, Adele e Carola grazie all’amico Antonio riescono a ritrovare quel calore familiare che avviluppa l’uomo tradizionale, proprio quel tipo di uomo che lotta e annienta la solitudine esistenziale.
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