Di cosa parla “L’isola degli uomini superflui” di Stephano Giacobini
“L’isola degli uomini superflui” è un luogo fuori dal mondo dove è possibile realizzare le più atroci perversioni della mente. In questo posto chiamato “Isola” il freddo Calver e il suo braccio operativo, il Capitano, organizzano attrazioni per viziosi ricchi alla ricerca di avventure senza eguali.
Sull’isola degli uomini superflui gli ospiti di Calver possono fare ciò che vogliono con la vita di uomini e donne reclutate per le strade del mondo. E’ possibile partecipare ad un safari che ha come bersaglio un essere umano, o perpetrare le più umilianti torture su persone vive, senza rischiare guai con la legge.
Sull’isola l’unica legge esistente è Calver e il protagonista del racconto di Stephano Giacobini lo sa molto bene. Il Capitano è addetto alla preparazione degli atroci scenari ideati per assecondare i desideri dei clienti di Calver, disposti a pagare cifre da capogiro per realizzare i loro sogni disumani.
Le inconsapevoli vittime del gioco, la dispensa di vite umane necessaria a soddisfare i clienti dell’isola, vengono tenuti nel “serraglio degli uomini superflui”, dove sono sottoposti a tremende violenze fisiche e psicologiche per essere poi protagonisti degli atroci giochi dei ricchi clienti.
Il Capitano, protagonista del romanzo di Giacobini ha sempre pensato che assecondare gli ordini di Calver fosse il suo unico modo di vivere, ma l’arrivo sull’isola di una donna metterà a dura prova le su certezze, facendo vacillare le sue convinzioni, per un finale inaspettato e travolgente.
Stephano Giacobini descrive con ricercatissimi particolari la vita sull’”Isola degli uomini superflui”, la preparazione degli scenari e lo svolgimento degli orrendi delitti con una verve degna di un veterano. Il romanzo si aggrappa alle mente del lettore come uno dei serpenti che fa capolino nel romanzo, liberando la sua preda con un morso finale da capogiro.