“L’odore dell’arrivo” di Gianluca Veltri: una vita romanzata
“L’odore dell’arrivo” di Gianluca Veltri, libro pubblicato dalla casa editrice Ferrari editore, ha il sapore delle cose buone. Di gusti che ci rimandano a ricordi, ad attimi passati. Si respira aria di nostalgia, ma di quella che fa emozionare, che fa vibrare.
L’opera, che può sembrare un’autobiografia, ha qualcosa di vero al suo interno, che lo scrittore ha rielaborato, ma poi è anche frutto di momenti creati dall’immaginazione dell’autore.
La particolarità de “L’odore dell’arrivo” è che il libro è scritto in prima persona, da un personaggio senza nome che si lascia andare al flusso della sua anima. E il testo è diviso in tre tempi.
Tra ricordi, avvenimenti accaduti avvolti dalla patina dell’incertezza, attimi presenti che si accostano a momenti presenti, Gianluca Veltri scandaglia sentimenti ed emozioni.
“Arriva un giorno in cui tutto quello che rappresenta il nostro mondo viene spazzato come foglie secche portate via dal vento ottobrino. Puf! Un piccolo refolo che non sposta gli equilibri di nessuno.”
“L’odore dell’arrivo” di Gianluca Veltri
C’è un tempo per ogni cosa, un ritmo ben cadenzato che scandisce gli eventi. Esiste un prima e un dopo, il ricordo di qualcosa che ha segnato e la proiezione in avanti per qualcosa che sarà.
Il protagonista conosce bene il sentimento che deriva dall’accogliere il tempo e i suoi ritmi, dal raccogliere memorie e lasciarsi andare alla bellezza di ciò che circonda.
E sa mostrarci dettagli essenziali dei protagonisti di cui parla, che si tratti di persone o di paesaggi, di emozioni o riflessioni. Ogni cosa è avvolta da una musica che diventa ugualmente primo attore.
Lo scrittore si affianca al lettore durante il cammino nell’esistenza di un personaggio che cresce, cambia, si aggrappa al passato ma guarda anche al futuro.
Commento libro
Ciò che mi colpisce di questo libro così personale, ma in fondo universale, sono i messaggi che il lettore troverà lungo il cammino.
Veltri non solo dà ampia risonanza ai ricordi, ma porta a capire quanto sia importante cogliere l’essenziale, il dettaglio, più che la complessità e grandezza di ciò che abbiamo davanti o dentro di noi.
Per quanto ci siano malinconia e rimpianti, a volte, nelle parole del protagonista, “L’odore dell’arrivo” sembra essere un invito a essere felici. A respirare a fondo l’odore delle cose che contano, anche il malessere o l’infelicità che coglie ognuno di noi nel corso della vita.