Di cosa parla L’uomo di Marte di Andy Weir
Nel libro L’uomo di Marte di Andy Weir, viene narrata l’avventura di Mark Watney, astronauta-botanico, scampato per miracolo a un incidente che ha coinvolto la spedizione Ares 3 e tutto il suo equipaggio. Quest’ultimo, credendolo morto dopo averlo visto scaraventare fuori dall’abitacolo e trafiggere da un’antenna, non può fare altro che fuggire in cerca della salvezza.
Così, Mark, con la sua audacia, la sua forza e soprattutto la voglia di non lasciarsi battere da quel mondo non adatto all’uomo, farà di tutto per sopravvivere in un pianeta inospitale come Marte, dove l’atmosfera estremamente rarefatta, la mancanza di acqua, l’elevata presenza di CO2 e una temperatura media molto più bassa di quella terrestre risultano del tutto inadatti a una creatura terrestre, rischiando di ucciderlo in moltissime occasioni.
Decisamente autoironico e con un innato senso dell’umorismo, Mark trascrive sul suo diario ogni giorno trascorso su Marte, descrivendo con precisione e accuratezza le tecniche ingegneristiche che mette in pratica per ricavare acqua dall’atmosfera, per creare un terreno fertile alla coltivazione di vegetali, in particolare modo patate che lo salveranno da morte per inedia, per rimettere in funzione mezzi di comunicazione con la Terra, tute spaziali, materiale astronomico e veicoli spaziali.
Con la sua mente colta da ingegnere cosmico e la sua ardita brama di lottare, capirà che l’unico modo per tornare sano e salvo sulla Terra e poter così affermare di aver “vinto” il pianeta rosso ed esservi stato l’unico ad avervi messo piede e soprattutto a restare illeso, è quello di raggiungere la base Schiaparelli a 3200 km dalla piana di Acidalia Planitia, luogo dove lui si trova, ed essere recuperato dalla prossima missione marziana Ares 4.
Le difficoltà e i rischi sono davvero tanti, il cibo basta a malapena per un anno, l’attraversamento delle grandi pianure solcate da canyon profondi, crateri e zone erose, e l’improvvisa comparsa di tempeste di sabbia che potrebbero ridurre drasticamente l’uso dei pannelli solari grazie ai quali il Rover di Mark viaggia, non fanno altro che aumentare le probabilità che l’impresa fallisca.
Ma non tutto è perduto e Watney ha la fortuna dalla sua. Non sarà, infatti, costretto a dover attendere quattro anni per l’arrivo di Ares 4 perché l’equipaggio di Ares 3, a bordo di Hermes, venuto a conoscenza della sua condizione da superstite e della sua lotta per la vita, torna indietro per riprenderlo e per compiere dunque la più grande spedizione di soccorso della storia umana.
L’autore Andy Weir, scrittore statunitense, appassionato di ingegneria spaziale, è cresciuto leggendo libri di fantascienza e lavorando come programmatore di computer, software e videogames.
Descrivendo in modo dettagliato e coerente le tecniche ingegneristiche che sono alla base delle descrizioni di Mark, nonché le caratteristiche fisico-chimiche del pianeta marziano, Weir ci conduce proprio sul pianeta rosso ed è come se fossimo noi al posto dell’astronauta-botanico in cerca di un modo per combattere le ore, il tempo che là sembra scorrere diversamente, la fame e la voglia di lottare sino alle nostre ultime possibilità.
L’uomo di Marte è il suo primo romanzo ed è divenuto in poco tempo best seller internazionale, tradotto in 34 Paesi. In Italia è edito da Newton Compton Editori.
Da questo romanzo, il grande regista Ridley Scott, dopo numerose pellicole fantascientifiche quali Alien, Blade Runner e Prometheus, ne ha tratto un film uscito a ottobre 2015 sia negli Stati Uniti sia in Italia, il cui protagonista giace nelle vesti di Matt Damon.
È dagli anni Sessanta che l’uomo studia un modo per raggiungere il pianeta rosso inviando sonde, Rover e altri veicoli senza equipaggio per raccogliere dati e portarli sulla Terra. La Nasa, oggi, sta progettando di inviare un Rover nel 2016 per la missione Astrobiology Field Laboratory.
L’uomo di Marte di Weir è, pertanto, solo un romanzo o rappresenta invece un anticipo di quello che l’uomo sarà in grado di fare nei prossimi anni?
Per il momento non lo sappiamo, dunque, godiamoci questa travolgente storia!
Recensione scritta da Margherita Acs
Amo il genere fantascientifico, ma ammetto di non aver mai letto nulla che parlasse di spazio e astronavi. Ho sentito parlare del film tratto da questo libro, ho sentito pareri discordanti ma non avendolo né letto né visto non mi sbilancio 🙂 l’analisi di Margherita è interessante e dettagliata, penso che lo leggerò! Grazie 🙂
Bellissimo libro per un altrettanto grandioso film, da non sottovalutarne la lettura in quanto, come scritto da Margherita, i termini scientifici e le spiegazioni di carattere ingegneristico si sprecano, sottolineando la cultura dello scrittore. Davvero affascinante l’ipotesi di un futuro sul pianeta rosso, chissà che tra qualche anno non diventi realtà.