Di cosa parla “La casa del gufo” di Fausto Marchi
Fausto Marchi con il libro “La casa del gufo” fa il suo esordio spaziando nella letteratura moderna e toccando vari generi. Sicuramente le atmosfere cupe che caratterizzano il libro ci fanno pensare a un romanzo noir, anche se ci sono riferimenti all’horror.
Il protagonista si chiama Federico, ed è un uomo con un passato che grava ancora sulle sue spalle. L’uomo è assorbito dalla solitudine che si è creato con le proprie mani e dopo il matrimonio andato male, decide di intraprendere una strada arida.
L’oscurità sembra invadere la sua vita, saturandola, ma quando incontra una donna, si crea all’istante tra i due un legame particolare, c’è attrazione, ma allo stesso tempo i due hanno dei dubbi basati sul sospetto. Entrambi sembrano nascondere qualcosa che deve rimanere celato, ma che lentamente viene a galla.
Lei si dimostra come una ragazza perversa e la sua quotidianità è legata all’equivoco continuo, sembra quasi un gioco, ma non è la sola a non voler mostrare il suo segreto.
Ciò che colpisce del libro “La casa del gufo” è la capacità da parte di Fausto Marchi di andare a fondo nella storia chiamando in causa anche l’ambiente che contiene la storia. Attraverso la religione, la letteratura e l’arte in generale, Marchi trova il modo di creare uno scambio simbiotico tra personaggi e ambiente, una sorta di empatia tra il dentro e ciò che è fuori.
Nel libro “La casa del gufo” c’è qualcosa di oscuro che macchia come il sangue l’intero romanzo, qualcosa che sembra non volersi rivelare del tutto fino in fondo e la parte demoniaca prende forma nella storia pagina dopo pagina.