“La cupola e il barbiere” di Massimo Tempi: c’è sempre una scelta
C’è qualcosa di intrigante nel libro “La cupola e il barbiere” di Massimo Tempi, qualcosa che si assapora dalle prime battute.
Il romanzo inizia così: “Se muori dopo averla assaggiata fammelo sapere”. La frase è il preludio di quel che forse dovrà accadere? Di che tipo di libro stiamo parlando?
Poche parole, di grande effetto, dette alla fine di un colloquio che vedrà il protagonista andare avanti e indietro, vivere un’avventura particolare e cambiare.
Mostrare alla “cupola” e a se stesso di valere, di potercela fare anche un ambiente lavorativo completamente diverso da quello di provenienza inducono Massimo a provarci. Non ne avrebbe bisogno, eppure viene ammaliato da questa possibilità e si butta.
Una sfida e una magnifica avventura, fatta di viaggi, di incontri, di nuove prospettive. Ma non solo, Massimo sarà chiamato a sbrogliare i fili di qualcosa che non gli appartiene, da un gioco sporco, e a trovarsi a contatto con situazioni che non aveva previsto, oppure in fondo lo sapeva già?
Piano piano le cose cambiano e le scale che portano all’ufficio diventano ripide, la voglia di stare in quel luogo diventa pari a zero, non c’è più la solita determinazione. Ma cosa è accaduto? Perché il protagonista si sente come il cliente di quel barbiere della barzelletta raccontata da un napoletano? Quella in cui un gesto assurdo, ripugnante diventa un trattamento di favore?
Come ne uscirà Massimo?
Commento libro
“La cupola e il barbiere” è un breve romanzo godibile. Una scrittura veloce, un personaggio avvolgente, una storia strana fanno di questo libro qualcosa di interessante.
