Di cosa parla “La donna che amava i numeri” di Tony Jordan
Tutto nella vita di Grace, protagonista de “La donna che amava i numeri” di Tony Jordan, ruota intorno ai numeri in maniera morbosa e maniacale perché contare per lei è un’ossessione, un’ossessione compulsiva.
Conta i passi che la separano da qualsiasi luogo, conta i bocconi che compongono una fetta di torta al limone, conta i cerchi che le mani descrivono mentre insapona i capelli, indossa gli indumenti un numero prestabilito di volte, ha un menù fisso a seconda dei giorni della settimana…
Tutto stabilito, tutto spietatamente ordinato tanto che quando si verifica un cambiamento non previsto in questa spaventosa routine, Grace va in panico, anche solamente se al bistrot è terminata la “sua” torta al limone, perché è l’unica con quella consistenza che riesce a finire in 38 bocconi…
Figuriamoci quando in un’esistenza così inquadrata fa il suo ingresso Seamus, un’incognita che rivoluziona tutte le sue certezze.
Per lui Grace decide di provare a curarsi affidandosi a farmaci e psicoterapia. Ma a questo punto la protagonista comincia a chiedersi “a cosa rinuncerei io se diventassi un’altra persona?” e finisce per sprofondare nel limbo degli antidepressivi, nell’insoddisfazione di convivere con tanti chili in più dati dai medicinali, nel dolore di scoprire in Seamus l’ambizione di guarirla tipica di chi non accetta l’altro così come è. Fino a riprendere in mano la propria vita ripartendo dalla sua unicità.
Tony Jordan nel libro “La donna che amava i numeri” tratta un argomento ostico come quello di una malattia così subdola, prediligendo uno stile leggero, a tratti ironico, proprio perché si affida al discorso in prima persona: sono le parole di Grace, infatti, a presentarci lo snodarsi della storia, i suoi stati d’animo e gli avvenimenti precedenti che ne hanno condizionato l’infanzia.
E lo fa nel suo modo naturale, imprevedibile, a volte improbabile come quando sotto psicofarmaci il cervello di Grace si sdoppia dando vita a un dialogo surreale con il suo alter ego. La trama del libro “La donna che amava i numeri”, così presentata e ingentilita da una storia di sentimenti, ne guadagna.