Di cosa parla “La doppia vita dei numeri” di Erri De Luca
Non servono tante parole per fare un buon libro ed Erri De Luca ce lo dimostra continuamente con le sue opere. Nella sua ultima storia dal titolo “La doppia vita dei numeri” lo scrittore utilizza le sue frasi brevi e a effetto per raccontarci attraverso il teatro una vicenda.
Trama del libro di De Luca
Nell’introduzione de “La doppia vita dei numeri” Erri De Luca parla di come le storie che raccontano partano dall’orecchio prima di “ridursi al fruscio della penna sul quaderno”. Ci racconta di Napoli, che è “ammuìna di voci e conversazioni” e che grazie ai suoi sensi sviluppati è stata una città ricca di teatri, tanto quanto la Varsavia ebraica. Nella sua introduzione non poteva mancare un accenno al grande maestro Eduardo De Filippo, che sembra essere sul palcoscenico del teatro in cui si narra.
Non è una notte come un’altra quella in cui si confrontano i due protagonisti della storia. E’ Capodanno. Lui e lei, fratello e sorella stanno trascorrendo insieme la giornata in attesa della mezzanotte. Napoli è in festa, ma lui non ama le tradizioni, però è accanto alla sorella per farle piacere.
Iniziano a giocare a tombola, che non è solo un passatempo, ma qualcosa di più. “La tombola napoletana estrae insieme ai numeri anche una storia. È il viaggio contrario a quello dei sogni, che da una storia venuta in sogno suggerisce i numeri da giocare al lotto.”
Prima di cominciare la sorella chiama a partecipare al gioco anche i genitori, morti. I numeri vengono estratti e ogni numero non ha solo un suono, ma anche un significato che legato a quello degli altri numeri danno una storia, quella che inventa l’uomo per la sorella e tutti quelli che hanno voglia di ascoltarla.
“La doppia vita dei numeri” è un libro di poche pagine, che si legge tutto d’un fiato, la cui introduzione riesce a mostrare la bellezza di Napoli e dei napoletani. Erri De Luca, come sempre, scrive come se le sue mani non potessero fare altro che inventare poesia.