Trama, recensione e commento libro La Malalegna di Rosa Ventrella
La Malalegna scritto dalla nota autrice pugliese Rosa Ventrella è un racconto al femminile. Ritratto di un Sud povero e coraggioso, ma soprattutto oppresso da latifondisti senza cuore, in questo caso il barone Personè.
Trama libro La Malalegna di Rosa Ventrella
Copertino in Puglia anni Quaranta. Teresa e Angelina crescono in una famiglia di braccianti agricoli, sorelle molto diverse tra di loro, – tanto silenziosa e triste Teresa quanto allegra e espansiva Angelina.
Amano ascoltare incantate i racconti che tengono i nonni davanti al caminetto di casa. Sono storie antiche di briganti, lupi e mammane.
Arriva la guerra e il padre è costretto a partire. La situazione della famiglia si fa sempre più difficile e Caterina, la madre, donna bellissima, per mantenere le figlie deve cedere a un terribile compromesso.
Le donne aspettano il ritorno del figlio, marito e padre combattendo quotidianamente la fame, le malelingue, le sofferenze e le umiliazioni.
Raccontato dal punto di vista di Teresa, che sopravvive alla sorella morta giovane e che così realizza il desiderio del padre di raccontare la sua storia.
Teresa ricostruendo la parabola della sua famiglia ricostruisce anche dieci anni della Storia d’Italia, precisamente dalla Seconda guerra mondiale alle lotte dei contadini salentini per strappare le terre ai padroni nel 1950.
Commento libro
L’autrice ci riporta ancora una volta nella sua terra natia dimostrando una capacità narrativa attenta e ritrattistica delle saghe famigliari del Sud Italia.
Romanzo corale, La Malalegna conferma la bravura stilistica dell’autrice. Attraverso la voce nostalgica ma al contempo dura e di denuncia arricchita dall’uso del dialetto, racconta una storia dai contorni veri e crea dei personaggi che non possiamo non amare.
Teresa nella sua crescita è segnata dai racconti della nonna, dalla morte della sorella, dalla mancanza per anni della figura paterna. La donna è segnata dai tanti e troppi chiacchiericci delle malelingue sulla madre ma è di fatto cresciuta anche e soprattutto grazie alla forza di lei e al fascino della sorella.
Teresa è espressione della cultura contadina di un tempo. Una cultura solida, forte, coraggiosa, e la sua evoluzione dettata dalla vita, a volte anche dalla crudeltà di questa, l’ha fatta diventare donna consapevole ed emancipata.
Il finale del romanzo ci lascia in bocca un retrogusto amaro poiché i rimorsi, le vendette, i ricordi tristi a volte restano e segnano per tutta una vita e Teresa deve farne i conti.
Romanzo da leggere e custodire nella biblioteca personale di ognuno di noi.
Recensione libro di Milena Privitera