Di cosa parla “La memoria dei fiori” di Rywka Lipszyc
Così come il “Diario” di Anna Frank anche “La memoria dei fiori” di Rywka Lipszyc rimarrà nei cuori del lettore ritraendo il doloroso momento dell’Olocausto con precisione e coinvolgimento.
Lentamente si entra a far parte della vita di questa giovane donna di quattordici anni, Rywka Lipszyc, che nel suo diario racconta la vita che si svolgeva nel ghetto di Lodz. Con il trascorrere del tempo, dal 1944 in poi, le cose cambieranno all’interno del ghetto.
Rywka ha affrontato la morte dei genitori e da sola si deve occupare della sorella più piccola. Tutto ciò che ha vissuto intensamente le è stato portato via, gli affetti più cari e pian piano anche i ricordi che sbiadiscono in mezzo a tutta quella violenza nazista.
Ogni giorno diventa complicato e sempre più gli abitanti del ghetto si rendono conto che stanno andando incontro alla sopravvivenza, se si è fortunati, perché molti non ce la fanno, ma meglio sopravvivere che morire. A volte, però, i fiori riescono a crescere anche in un terreno arido, laddove sembra non ci sia speranza, tra i rovi, come gli ebrei che compiono lo stesso miracolo in virtù di un dono più grande che di certo arriverà, come la stessa Rywka Lipszyc scrive nel suo diario.
“Su questa strada crescono fiori delicati. Sono fiori sofferenti, che non riescono a respirare per colpa dei rovi. Certe volte i rovi sono talmente invidiosi della loro bellezza da ferirli ancora di più. Ai fiori non resta altra scelta che diventare a loro volta rovi o camminare in silenzio in mezzo alle spine. Non sempre ci riescono, ma quando accade si tratta di un vero e proprio miracolo. E questi miracoli li compiono ogni giorno gli ebrei che sopportano in silenzio la sofferenza in vista di un fine più grande.”
Rywka racconta il dolore inesprimibile, del desiderio da parte dei nazisti di spersonalizzare, di ridurre a mero numero gli ebrei, di togliere loro il bene più prezioso.
La protagonista de “La memoria dei fiori” trova un unico appiglio che le dà ogni giorno la salvezza: la scrittura. Lei tiene il suo diario, racconta della sua migliore amica, di chi la circonda, di chi la sfrutta e sa che deve lottare, cercare di farsi giustizia da sola.
Giorno dopo giorno attraverso le parole del diario, il lettore si renderà conto che l’unico modo che Rywka ha per esistere è continuare a sognare, a illudersi che qualcosa cambierà, che la libertà tornerà per lei e per tutti gli ebrei. E lei riesce a lasciare il segno, a lottare fino a quando le è concesso grazie alla scrittura.
Purtroppo il diario della giovane resterà incompiuto, s’interrompe improvvisamente lasciando presagire il peggio, ma siamo certi che con “La memoria dei fiori” Rywka Lipszyc resterò eterna grazie al ricordo che lascia.