Di cosa parla “La natura esposta” di Erri De Luca
Da grande appassionato di Erri De Luca e contrariamente alle opinioni che si trovano online della maggior parte dei lettori, l’ultimo libro dello scrittore napoletano dal titolo “La natura esposta” non mi ha coinvolto più di tanto.
È come se avessi avvertito una certa distanza tra lo scrittore e l’argomento, in particolare nella prima parte del libro, come se la storia non fosse stata vissuta sulla sua pelle e quindi non rimarcasse certi sentimenti solitamente evidenti nei libri di Erri De Luca.
In tutti i suoi romanzi ho trovato frasi commoventi, intense, coinvolgenti, intriganti, vissute e d’impatto, reale stimolo a leggere i suoi bei libri, ne “La natura esposta” invece quest’aspetto è venuto un po’ a mancare.
Seppur in questa storia ritrovi molto della verità di De Luca, come ad esempio la sua passione per la montagna e le scalate, le belle descrizioni di Napoli e dell’arte ho sentito la mancanza di pathos, di vero amore per il racconto.
La trama è semplice come nella maggior parte dei libri dello scrittore. In questo romanzo un uomo deve restaurare un crocifisso, togliendogli la parte di panneggio che copre la nudità di un Cristo: è un prete a volere che ciò accada.
Il restauratore viveva in montagna ma dopo che i suoi compaesani hanno scoperto un piccolo segreto, è costretto a lasciare la sua terra e a dirigersi verso il mare, nel luogo in cui è nato.
È proprio qui che inizia il suo lavoro di restauro, che contrariamente al volere del Concilio di Trento, che obbligava a coprire la nudità delle statue, deve esporre la natura maschile senza però offendere la chiesa e i fedeli.
Il suo compito è quindi quello di eliminare un panneggio messo precedentemente per non toccare la suscettibilità della chiesa e tornare a mostrare quella natura un tempo bandita e ricca di significato.
Citazioni libro
“La piccola opera da eseguire si va impossessando dei miei sensi. Vedo le cose intorno attraverso la sua feritoia.”
L’unico modo che trova il restauratore è seguire il consiglio che il padre dava sempre, cioè di mostrare il fastidio, così fa lui con il suo Gesù crocifisso.
Durante il restauro l’uomo dovrà confrontarsi prima di tutto con se stesso, ma anche con la religione e i cambiamenti della società scoprendo qualcosa che lo riguarda…
“Sono uno che non sa fare domande, neanche per un’informazione. Dev’essere per questo che ignoro la fede. La divinità vuole essere bussata, interrogata. Ci vuole una catapulta dentro una persona per arrivare a questa confidenza di rivolgersi col tu.”
Arte e religione nel libro “La natura esposta” diventano il fulcro, ponte di collegamento con l’intimità e le riflessioni che riguardano la chiesa e l’uomo.
Grazie per la descrizion. Ovviamente “tengo” quel desiderio di leggerlo come una medicina, un elisir, una passione a priori.