Di cosa parla La sindrome di Via Piccolomini di Francesco Ventriglia
Il romanzo La sindrome di Via Piccolomini, scritto da Francesco Ventriglia, affronta temi esistenziali con grande cura e delicatezza, dando risalto alla città in cui la storia è vissuta e alla follia del suo personaggio principale.
Protagonista del libro è Federico, un uomo che si arrabatta tra vari lavori senza puntare troppo in alto, dopo delusioni e frustrazioni, e si accontenta di quello che la vita gli offre, anche nei rapporti. È un attore, ma non di successo, e un bravo illusionista, insomma è uno a cui piace non mostrarsi fino in fondo e ama vivere nella menzogna.
Il problema principale Federico lo ha con se stesso, è una persona diventata insicura, che si piega dinanzi ai problemi e non brama mai a qualcosa di più elevato di quello che già ha.
Le cose cambiano quando Federico incontra Vanessa, una donna che è il suo contrario in tutto: è coraggiosa, quasi spavalda verso la vita, affronta le difficoltà senza paura e sempre a testa alta. Questa conoscenza rivoluzionerà l’esistenza del protagonista de La sindrome di Via Piccolomini.
Federico, infatti, per mostrarsi un uomo migliore agli occhi di Vanessa e soprattutto più ricco, convinto che questa sia la qualità più importante per una donna, s’inventa un gemello. La sua fragilità psicologica si dimostra ogni giorno di più, fino a che il fratello gemello immaginario si porta a letto Vanessa.
A questo punto fantasia e realtà si mescolano talmente da non far distinguere più la verità. Sicuramente questo è l’aspetto più intrigante del romanzo di Francesco Ventriglia.
Il lettore sarà trascinato da una storia che ha un gusto moderno, ma che riesce a fondere in un unico libro il romanticismo, il surreale e l’erotismo dando importanza all’aspetto psicologico del personaggio principale in una cornice affascinante come quella romana.
Nulla da eccepire, tuttavia, ritengo importante come nelle ultime pagine venga proposta un’inedita chiave di lettura a conferma di quanto la realtà sia soggettivamente filtrata e, perché no, distorta, da pregiudizi e preconcetti che albergano i ns cuori e le ns menti.