Recensione Libro Le streghe di Lenzavacche

Citazione “Voglio che tu sappia che sei stato il benvenuto trai vivi e tra i morti, e che gli uni e gli altri al tuo arrivo hanno acceso le candele.”
Le streghe di Lenzavacche
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Di cosa parla Le streghe di Lenzavacche di Simona Lo Iacono

Le streghe di Lenzavacche di Simona Lo Iacono, libro annoverato tra i dodici finalisti del Premio Strega 2016, è un romanzo non ben collocabile in una ristretta categoria per la bella fusione che la scrittrice fa delle credenze legate al mondo delle streghe alla realtà vissuta in un piccolo paese del Sud. Il romanzo è ambientato durante il periodo fascista.

Felice, figlio di Rosalba e nipote di Tilde, è un bambino con evidenti problemi fisici, nato da un amore folle, unico e raro, vissuto con un uomo di cui Rosalba sa ben poco, ma che riesce con la sola presenza fugace ad accendere il fuoco della passione dentro di lei. Lui potrebbe essere addirittura sposato e avere figli, ma il dubbio non s’insinua subito in lei, essendo quell’uomo un lavoratore di passaggio che solo raramente ritorna al paese. È forse il mistero che lo avvolge a renderlo ancora più affascinante agli occhi della donna e a non mostrarle la realtà di quello che poi accadrà.

“La prudenza non si addice all’amore, è una nemica dell’improvvisazione, guasta lo slancio, la fantasia, la felicità.”

Tilde e Rosalba discendono dalle streghe di Lenzavacche, streghe perseguitate nel passato, e per questo estromesse dalla vita di paese: tutti le considerano arpie in grado di fare pozioni magiche e capaci di istigare il demonio. Sono perciò emarginate, osservate da lontano e temute come fossero pericolose.

Queste donne, insieme all’aiuto di un bizzarro farmacista che ha preso a cuore Felice e la difficile situazione delle sue due amiche, cercheranno in tutti i modi di contrastare l’oscurantismo fascista, perché tutti possano avere delle opportunità e costruirsi la vita che meritano o ritengono migliore per sé.

Loro non solo i soli a credere di dover combattere contro le ristrettezze mentali e l’incapacità di giudicare realmente le cose, non sono i soli a lottare contro i pregiudizi e le ipocrisie di quelli del luogo. Con i tre, anche se in un tempo della storia che solo in seguito si unirà al loro procedere, porta avanti la stessa teoria – sperando che diventi poi una pratica – il maestro Mancuso, arrivato a Lenzavacche per insegnare ai bambini del paese una storia diversa da quella che impone il Fascismo.

La diversità in quel luogo sembra non essere contemplata, anzi viene giudicata negativamente e per la sua natura “distorta” deve essere ammutolita, nascosta, se non addirittura schiacciata. Non esiste pietà alcuna verso chi differente, che sia per pensiero, provenienza o dottrina, ci deve essere omologazione, appiattimento delle idee, umiliazione dello spirito.

Fortunatamente Felice viene nutrito con storie di libri che aprono la mente, fanno viaggiare, lo accolgono e lo spronano a essere una persona migliore. Sono lui e la sua famiglia, ma anche il farmacista e il maestro a essere gli eroi di un mondo che basa tutto sulle apparenze, che aborra le imperfezioni e non ha amore per gli altri. Sono loro i soli in grado di cambiare le cose.

I protagonisti del libro Le streghe di Lenzavacche non ce la fanno a sottostare alla crudeltà e alla violenza di chi non li accetta, non li capisce e li disprezza senza un motivo valido e grazie all’intelligenza, alla conoscenza e alla costanza riescono a trovare la pace che meritano almeno dentro di sé.

Figura bella sia nella descrizione sia per il ruolo a cui si erge inconsapevolmente è quella del maestro, un giovane di belle speranze, che ama la cultura, il senso che infondono i libri con le loro storie e cerca di contrastare i metodi del regime che impone di studiare la Storia secondo i suoi canoni ristretti ed errati.

Inoltre, solo alla fine si potrà scoprire quale sia il legame tra i vari personaggi della storia e perché ogni tassello sia fondamentale per raccontare questa vita.

Le streghe di Lenzavacche di Simona Lo Iacono: un libro che si divora, che sprigiona magia, che induce a fare un passo indietro per carpire la violenza che impongono certe regole e soprattutto l’ignoranza.

Questo libro merita di essere tra i dodici finalisti del Premio Strega 2016 sia per la narrazione di Simona Lo Iacono che riesce con poche parole a dipingere un mondo complesso, sia per il messaggio che lascia ai lettori, senza trascurare la trama ben costruita e non eccessivamente approfondita.

E poi in questo romanzo c’è l’amore totalitario di una madre per suo figlio, quello di una donna che cerca di proteggere il proprio bambino dalle cattiverie, ma nello stesso tempo prova a insegnargli la verità e il modo per proteggersi dal male inflitto dal pregiudizio.

Ogni personaggio di questa storia è indimenticabile, perché fondamentale per l’evoluzione positiva delle vicende; ognuno di loro è stato raccontato come se fosse folle a credere possibile il cambiamento, ma anche geniale perché incapace di piegarsi dinanzi alla crudeltà.

Le streghe di Lenzavacche è un libro da leggere assolutamente sperando che la storia di Felice possa far aprire la mente a chi ancora crede nelle brutte favole.

Guarda il booktrailer del libro Le streghe di Lenzavacche di Simona Lo Iacono pubblicato dalla casa editrice E/O:

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

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