“Lo stampatore greco” di Massimo Zenobi: tra oriente e occidente
“Lo stampatore greco” di Massimo Zenobi ha la consistenza essenziale delle cose antiche, rimanda l’immagine di qualcosa di bello, inebria di profumi immersivi, trasporta in un’altra dimensione.
Attraverso una storia semplice seppur complessa, di amicizia, di legami, di incontri e di accoglienza, Massimo Zenobi ci porta ad Ancona. Siamo nel 1459. Il mare conduce sulle sponde delle Marche una famiglia. Dalla finestra di uno dei palazzi che dà sulla costa, un uomo vede arrivare colui che sta aspettando… è pronto all’incontro e a dare il benvenuto a questa famiglia che il lettore conoscerà poco alla volta.
Seduti a tavola tra le parole di cortesia e qualche domanda, si dipana straripante un racconto che viene da molto lontano. Comincia così questa saga familiare che incanta con la sua storia, in cui si intrecciano vicende più grandi che riguardano la caduta dell’Impero Romano d’Oriente, di fughe per salvarsi, di profughi in cerca di una terra che sappia accoglierli e salvarli.
… Avviene un incontro speciale, quello tra due bambini, Mikel e Kyriakos. I due sono molto diversi, il primo è smanioso e scintillante. Seppur ami l’arte poetica, si trova a fare i conti con la realtà diventando poi mercenario. Il secondo è più concreto, pieno di idee da realizzare e alla fine si dedicherà alla tipografica. Tra i due nasce un’amicizia inscalfibile, che li vede legati in un modo raro.
La loro esistenza è solo all’inizio, però, ci saranno viaggi, incontri, difficoltà, lontananze che paiono colmabili solo grazie alle lettere che si scrivono e ai sentimenti che provano.
E intanto la Storia si svolge, dopo essere stata a lungo ingarbugliata come fili di una matassa aggrovigliata…
Commento libro
Descrizioni puntuali e avvolgenti, un ritmo lento ma vibrante, parole ricercate, una sorta di poesia che soffia come un vento leggero tra le pagine, rendono questo libro una bella scoperta.
“Lo stampatore greco” è una storia da cui lasciarsi coinvolgere, in cui immergersi pienamente. Si parla di profughi, di ricerca di identità, di accoglienza, di crepe, di ricostruzioni, della condizione della donna, di conquiste, di necessità di trovare un proprio posto nel mondo.
Il racconto di Massimo Zenobi non ha fretta, non corre, ma procede con passo calibrato, soffermandosi su ciò che è importante. A volte il viaggio procede con lentezza, ma è per dare il tempo giusto e la giusta visione di ciò che accade.