“L’ultimo anno della guerra di Troia” di Ferdinando Emilio Abbate: un altro punto di vista sulla storia
“L’ultimo anno della guerra di Troia – Dall’ira di Achille alla fuga di Enea” di Ferdinando Emilio Abbate è un saggio storico di grande qualità.
Come nei precedenti libri, lo scrittore Ferdinando Emilio Abbate riesce a ritrarre uno spaccato della storia con approfondimenti, informazioni salienti e un’ottima narrazione dei fatti.
Il saggio, pubblicato nel 2024 da Pacini Editore, è un’opera sorprendente che incanterà i lettori incuriositi dalla guerra di Troia e dal carpire aspetti su cui non si è mai posto abbastanza l’accento.
Infatti, in questo libro di Ferdinando Emilio Abbate non si esaltano solo i versi di Omero, capace di ammaliare con la sua scrittura. In quest’opera si dà risalto all’arte della guerra durante l’Età del Bronzo. Quindi non solo poesia, ed esaltazione della magnificenza dell’Iliade, ma ritratto di eroi, della mitologia che avvolge la storia e di duelli.
Approfondimenti del libro
Leggendo “L’ultimo anno della guerra di Troia – Dall’ira di Achille alla fuga di Enea” si vive la sensazione di essere parte della storia. Pratiche di combattimento, armi usate, movimenti messi in atto dai combattenti, organizzazioni, ordini dati dall’alto, piani da mettere in pratica ed evoluzione della battaglia. Sono questi gli aspetti evidenziati con grande cura dallo scrittore.
Quello di Abbate non è un saggio tradizionale che esplora le vicende mitologiche, ma l’autore si concentra sulle strategie, le tattiche e sull’aspetto prettamente bellico della guerra di Troia.
Abbate si propone di esaminare l’ultimo anno della guerra di Troia, una fase di sicuro fondamentale e concentra l’attenzione sugli aspetti militari e strategici del conflitto che ha visto l’assedio di Troia.
Il libro analizza nello specifico strategie belliche, tattiche di guerra e manovre militari. Tutto ciò che venne messo in atto sia dai Greci che dai Troiani.
Lo scrittore dà quindi una chiave di lettura moderna, un taglio differente alla storia.
Abbate esamina come entrambe le fazioni abbiano usato strategie di guerra e tattiche psicologiche. Se inizialmente vi erano manovre di guerra che si concentravano sull’individualità e sulla gloria personale, con il tempo ci troviamo dinanzi a manovre più complesse e piani visti a lungo termine.
Assedi, alleanza, e poi difese, riorganizzazioni, nuovi assetti e ricerca di unità per contrastare gli attacchi. L’utilizzo di macchine da guerra e stratagemmi che si basano sull’ingegno, come il famoso cavallo di Troia, cambiano ogni equilibrio e il modo di farsi la guerra, inserendo un aspetto psicologico sottovalutato.
Conclusioni
Ciò che reputo davvero interessante di questo libro è come lo scrittore dia evidenza alla morale della guerra, a quanto abbiano giocato un ruolo fondamentale le scelte, le alleanze, la persuasione dei leader e le strategie geniali.
Come se la forza e la potenza fossero in qualche modo sostituite dall’ingegneria psicologica e dal saper ingannare il nemico con strategie inimmaginabili.
E poi la chiave di lettura che si dà della fuga di Enea che si ritira, ma nell’andarsene cerca di preservare il futuro del suo popolo piegato dalla superiorità del nemico, è davvero interessante.
Se in questo libro c’è spazio per la rabbia e la vendetta individuale, c’è anche la visione collettiva, in cui l’eroe è pronto a sacrificarsi per un bene più grande.
Trovo questo testo davvero coinvolgente, complesso per i temi trattati e pieno di spunti originali.