Di cosa parla “Lungomare Argentina” di Roberto Buscarini
“Lungomare Argentina” è il romanzo d’esordio di Roberto Buscarini, e racconta di un’amore immenso e inspiegabile, parallelamente alla tragedia sociale di un popolo oppresso da una dittatura. Il protagonista di questo libro si chiama Cesare, un ragazzo milanese che trascorre lunghi periodi a Bordighera, dove vive con sua nonna quando ha vacanze abbastanza lunghe da non dover stare in città. A Milano, con una famiglia che non lo comprende e una città che non lo ispira, Cesare si sente oppresso. A Bordighera, invece, oltre agli amici d’infanzia, c’è sua nonna, un vero monumento all’anarchia della terza età: l’anziana e arzilla signora vive tra tavoli da poker e casinò.
I momenti più belli a Bordighera, ovviamente, sono quelli estivi, quando la comitiva si ritrova sempre sulla stessa spiaggia, in un rituale che li rende tutti membri di un’unica immensa famiglia. La prima parte del romanzo scivola via così, tra la descrizione delle giornate a Bordighera, le chiacchierate con il colto amico Silvio e una serie infinita di conquiste.
Cesare è un bel ragazzo e ogni anno sembra iniziare una collezione senza fine di donne che, per volontà molto spesso reciproca, spariscono alla fine delle loro vacanze. Durante l’estate seguente alla maturità, però, Cesare conosce Carla, e il suo mondo cambia di colpo. Carla è una ragazza diciassettenne argentina, che arriva a Bordighera per passare le vacanze con la sua amica Bea.
Le due vengono immediatamente avvicinate da Silvio e Cesare, e il giovane protagonista di “Lungomare Argentina” scopre per la prima volta l’amore. I due ragazzi vivono 20 giorni insieme, venti giorni di amore quasi platonico, considerata la giovane età della ragazza, che contribuiscono a creare un legame forte e sincero.
Ma le vacanze finiscono e Carla è costretta a tornare in Argentina: i due si promettono che non faranno colpi di testa e che vivranno normalmente le loro vite. Ma per Cesare non c’è più niente di normale, dopo aver conosciuto Carla. Vive le sue giornate come un automa e, senza il minimo slancio, si ritrova impiegato come programmatore in una importane multinazionale.
Nel frattempo, il suo amore per la giovane argentina non si assopisce neanche un attimo: Cesare scrive lunghe lettere alla sua bella d’oltreoceano, descrivendogli le sue giornate. Lettere alle quali non arriva mai una riposta. Fino a quando Carla decide di farsi sentire in modo definitivo, inviandogli un biglietto per raggiungerlo in Argentina.
Da qui in poi Roberto Buscarini cambia il contorno del suo racconto, concentrando sempre l’attenzione sulla storia d’amore tra Carla e Cesare, ma con riferimenti disseminati qua e là, ad una strana situazione ambientale che si vive nell’Argentina degli anni settanta, in cui è ambientato il romanzo. Cesare è giovane, può riabbracciare la sua amata, è accolto nella potente famiglia di lei come un figlio, dopo che il padre era riuscito a conoscerlo a Milano con uno stratagemma. Il giovane protagonista “Lungomare Argentina” non si accorge minimamente che fuori dal mondo ovattato in cui vive, c’è un paese tenuto in ginocchio dalla dittatura militare di Videla.
Buscarini racconta la vita durante una delle dittature più sanguinose del continente Sud Americano contrapponendo con grande bravura la quiete domestica di una famiglia vicina al potere, con la continua violazione dei diritti umani che il regime mette in atto.
Un romanzo forte, che ci mette un po’ a carburare, indugiando parecchio su una prima parte preparatoria, ma scritto con lucidità e fermezza. La scrittura di Buscarini, infatti, ha un ritmo costante e procede con eleganza e linearità lungo le strade del suo racconto. La recensione del libro “Lungomare Argentina”, non più essere che molto positiva.