Di cosa parla “Nell’ombra e nella luce” di Giancarlo De Cataldo
“Nell’ombra e nella luce” è il romanzo in cui Giancarlo De Cataldo, pubblicato dalla Einaudi, che racconta delle ricerca di un serial killer nella Torino del 1848. Mentre Carlo Alberto di Savoia conduce una tormentata guerra, la società torinese vive un’ondata di modernità. Le politiche del Re e dei suoi consiglieri hanno permesso un notevole miglioramento delle condizioni di vita della maggior parte dei cittadini.
Nella sera in cui Torino s’illumina per la prima volta grazie ai fanali a gas che faranno da illuminazione pubblica, qualcosa disturba la festa. Dopo l’inaugurazione Emiliano Mercalli di Saint-Just si imbatte, al parco del Valentino, in un pazzo sanguinario che ha ucciso in modo raccapricciante una prostituta. Il serial killer indossa una maschera che ricorda molto quella di Scaramouche e, a giudicare dalle ferite trovate sul corpo della donna, ha una certa dimestichezza con le armi da taglio.
Il giovane Carabiniere Reale protagonista di “Nell’ombra e nella luce” ingaggia un duello con l’assassino e, proprio quando sta per soccombere, viene soccorso da due persone. Fa così il suo ingresso in scena Gualtiero Lancefroid, medico, alchimista, genio dell’osservazione. Dopo aver soccorso Emiliano, Gualtiero lo affiancherà nel difficile incarico che gli viene affidato: smascherare l’assassino.
La notizia dell’omicidio corre di bocca in bocca e immediatamente viene affibbiato un terrificante nomignolo all’assassino: per il popolo, lui è “il Diaul”. Grazie alle geniali osservazioni di Gualtiero e alla caparbietà di Emiliano, i due seguiranno le tracce dell’assassino, scoprendo un il volto celato della buona società.
La presenza di un cruento assassino in giro per la città turba gli animi del popolo che decide di farsi giustizia da solo. In seguito ad un fuga di notizie, si sparge la voce che “il Diaul” possa essere ebreo: la popolazione, quindi, decide di assaltare il ghetto. Emiliano e la sua truppa si troveranno al centro di una partita a scacchi dove la politica si mescola al crimine in nome del controllo sociale.
De Cataldo, in “Nell’ombra e nella luce”, descrive in modo sublime la Torino del 1848, ne traccia il profilo e i lineamenti. Così come descrive con eleganza e forza i tratti fisici e psicologici dell’attrice Naide Malarò, amante di Emiliano. Il romanzo “Nell’ombra e nella luce” è un libro trascinante, il cui punto di forza è la ricostruzione storica.
E’ come se De Cataldo si fosse divertito a creare i sosia di Sherlock Holmes e Jack lo Squartatore, e inserirli in una Torino che, per certi versi, ricorda la Londra di fine ottocento. La grande capacità descrittiva dell’autore, quindi, sopperisce alla trama un po’ scontata, rendendo il libro “Nell’ombra e nella luce” una lettura piacevole e coinvolgente.