Di cosa parla “Omicidio senza colpa” di Gianni Simoni
Il commissario Lucchesi ormai è un personaggio chiave da cui non ci si riesce a staccare quando si legge un romanzo di Gianni Simoni. Anche in “Omicidio senza colpa” il suo intuito è fondamentale per risolvere i casi, come nei precedenti gialli dell’autore.
Con la semplicità del linguaggio di Gianni Simoni, con tutte le intuizioni che il commissario Lucchesi ha e che condivide con i lettori, con la storia personale del protagonista, “Omicidio senza colpa” riesce nell’intento di interessare il suo interlocutore.
In questo caso ci troviamo dinanzi a un anziano trovato impiccato in casa sua. Si pensa sia un suicidio, non c’è molto da indagare, almeno per gli altri, ma Lucchesi capisce subito che qualcosa non torna. Difatti basta uno sguardo più attento, qualche domanda giusta fatta a chi conosce informazioni importanti e il gioco è fatto: di suicidio non si tratta, ma di omicidio.
Ma c’è dell’altro, un bambino che passa la maggior parte del suo tempo per strada, attira subito l’attenzione di Lucchesi. Il ragazzino sembra essere spaventato, raccogli qualche moneta ed è sfuggente. Il commissario potrebbe far finta di nulla, invece resta rapito da quella scena e utilizza alcuni dei suoi uomini per capire cosa si nasconda dietro quello sguardo impaurito.
Ed ecco che il lettore di “Omicidio senza colpa” si trova dinanzi a due casi, a due vittime sole e fragili. Forse Lucchesi si sente attirato da queste due persone avendo lui stesso sofferto di solitudine e subito le ingiustizie riservate a chi forza non ha.
Per questo non può restare indifferente e deve cercare chi è responsabile, chi si è macchiato di colpa.
“Omicidio senza colpa” di Gianni Simoni è un libro che analizzando il mondo circostante attraverso gli occhi del suo protagonista ci mostra che si può andare a fondo e comprendere verità segrete.