Trama, recensione e commento libro Perché ci chiamano rumeni di merda e italiani mafiosi
Una storia vera, in cui probabilmente tanti immigrati si ritroveranno quella narrata nel libro Perché ci chiamano rumeni di merda e italiani mafiosi di Eileen Bart.
Sin da subito il libro appare nella sua narrazione limpida, senza fronzoli. Con un linguaggio reale, Eileen Bart racconta la storia di una donna che ha deciso di emigrare dal suo Paese.
Trama libro Perché ci chiamano rumeni di merda e italiani mafiosi
Perché lo fa? Se lo chiede lei stessa. Forse per ignoranza, perché si è fatta trascinare dal suo ex marito. Probabilmente perché anche lei è stata ammaliata dalla luce dell’Occidente che qualche volta è artificiale e illude di una bellezza che non ha. I motivi dell’immigrazione possono essere tanti, ma per la protagonista del romanzo la causa che ha scatenato la sua partenza non giustifica l’aver lasciato il suo Paese.
Da subito si percepisce tanta rabbia da parte dell’autrice. Eileen Bart racconta come il popolo rumeno abbia poca autostima e si illuda che tutto quello che si trova fuori dalla Romania sia migliore. Sono in molti a pensarlo quando lasciano il proprio Paese e la delusione all’arrivo sul nuovo territorio lascia tanto amaro in bocca.
L’autrice ci parla del suo Paese e di quello che l’ha ospitata, l’Italia, mettendo in evidenza in particolare gli aspetti negativi e tutto ciò che si trova alla base delle due società. L’analisi, per quanto personale, ha molte verità con cui il lettore si ritroverà d’accordo.
Non è sempre oro ciò che luccica, che sono tante le persone che hanno bisogno di aiuto, per esempio.
“La maggior parte della gente emigrata, in Italia, è clandestina senza volerlo. Per forza! La burocrazia è infinita,
i tempi lunghissimi, le difficoltà materiali, la legge ambigua, tra legalità e illegalità.”
Frasi come queste riassumono benissimo il senso di smarrimento di chi pur non volendo, emigrando diventa clandestino e non sa a chi affidarsi, come vivere nella legalità.
E poi ci si mettono i pregiudizi, le domande stupide delle persone che additano gli immigrati indipendentemente dal loro comportamento. Purtroppo si aggiungono spiacevoli situazioni personali, che portano in luoghi distanti mariti e mogli che sembravano unitissimi, purtroppo può capitare di abortire, di non essere felici.
Quello che ne consegue sono pensieri come questi: “Volevo essere in Romania, a casa con i miei, lontana da queste situazioni assurde ed imbarazzanti.”
Commento libro Perché ci chiamano rumeni di merda e italiani mafiosi
Ciò che trovo davvero significativo in questo libro è la convinzione con cui l’autrice ci spiega che scappare dal proprio Paese in rovina, spesso non salva dai problemi, ma ne crea altri.
Con il titolo Perché ci chiamano rumeni di merda e italiani mafiosi, Eileen Bart alza la voce per richiamare l’attenzione. Lo fa per mostrare che gli appellativi utilizzati contro il popolo rumeno e italiano sono frutto di momenti di rabbia e frustrazione. Questi sentimenti diventano violenza e rendono sempre più difficile la coesistenza e la condivisione.
Questo è un romanzo in cui si percepisce tanta emozione, quella provata dalla protagonista. Con ironia, spesso inducendo alla riflessione su questo tema delicato Eileen Bart commuove, smuove la rabbia, fa sorridere, insomma coinvolge.
Il libro fa prendere coscienza dei motivi che spingono a emigrare, di quanto sia difficile trovare la giusta accoglienza, di quando sia complicato trovare il proprio posto in un Paese diverso da quello di origine. Diverso per lingua, cultura, abitudini, atteggiamenti.
Tutti questi temi sono trattati con ironia, in alcuni casi in maniera divertente, altri utilizzando un tono davvero tagliente. Leggendo questo libro si capisce quanto coraggio si debba avere per partire, per lasciare tutto in cerca di un posto migliore. Ma si capisce anche quanto coraggio abbia avuto Bart nello scrivere questa storia.
In particolare, leggendo questo libro si capisce che bisogna lottare pacificamente per cambiare in positivo la propria vita, perché nulla ci viene regalato.
Vorrei concludere la recensione con una citazione estratta dal libro, perché credo sia una bella frase che dovrebbe aprire gli occhi alle persone.
“Ho bisogno di libertà e giustizia, non mi accontento solo di un buon stipendio e tenere la bocca chiusa. Ho fatto la causa a Carola in nome dei lavoratori sfruttati, che siano italiani o stranieri. Prima o poi tutto torna apposto.”