Trama e recensione libro “Premiata ditta Sorelle Ficcadenti” di Andrea Vitali
I lettori stanno apprezzando molto l’ultimo libro di Andrea Vitali “Premiata ditta Sorelle Ficcadenti”, un romanzo che sembra averci riportato indietro lo scrittore che conoscevamo un tempo.
Con un’attenzione certosina Andrea Vitale in “Premiata ditta Sorelle Ficcadenti” costruisce personaggi unici e intreccia le loro storie con armonia per ritrarre un quadro davvero interessante degli abitanti di Bellano.
Recensione libro di Andrea Vitali
Geremia, che è sempre stato un bravo ragazzo, da un po’ di tempo, da quando si è innamorato di una donna, sembra non starci più tanto con la testa. La madre, Stampina, non sa a chi chiedere aiuto e alla fine decide di confidarsi con il prevosto del paese, che lì si occupa un po’ di tutto, non solo della fede.
Geremia pare abbia perso la testa per Giovenca Ficcadenti, una ragazza di cui nessuna sa niente. Quello che si sa è solo ciò che si vede e lei è bellissima, anche troppo per stare con uno come Geremia.
Oltre a questo si sa che Giovenca sta inaugurando assieme alla sorella una merceria, di cui si parla tanto in paese, perché come in ogni piccolo luogo che si rispetti, l’inciucio è d’obbligo. Ci sono tanti sospetti su questa storia.
Tutti sono d’accordo sul fatto che è necessario intervenire per evitare che Geremia diventi la vittima di un raggiro. Bisogna quindi indagare sulle sorelle Ficcadenti e capire cosa nascondono, e salvare Geremia, ma non è semplice non farsi scoprire mentre si cerca di comprendere ciò che sta accadendo, il paese mormora e si è sempre sotto gli occhi di tutti.
Ciò che sembra colpire maggiormente i lettori del libro è il modo ironico attraverso cui Andrea Vitale ha narrato queste vicende di paese: tra segreti, dicerie, malcontento e ironia.
“Premiata ditta Sorelle Ficcadenti” è un libro divertente, già a partire dai nomi dei protagonisti. Andrea Vitali ha scritto un romanzo che mostra il vero volto dei luoghi e dei suoi abitanti.
Libri da leggere di Andrea Vitale: “Di Ilde ce n’è una sola” e “Quattro sberle benedette”.