Di cosa parla “Randagio” di Giorgio Demasi
“Randagio” di Giorgio Demasi è un libro che parla di emarginazione, di frustrazione, d’incomprensione. David non si sente parte del gruppo, probabilmente si vede diverso dagli altri, più che essere emarginato si autoesclude, vive al limite, su una linea sospesa in aria che non dà equilibrio al suo giocoliere.
Il protagonista di “Randagio” capisce che il suo destino è quello di assomigliare ai rettili del deserto, che preferiscono la solitudine, che sono avversi a tutti e a qualunque cosa gli si avvicini, che non si aspettano mai nulla dagli altri, insomma capisce che deve diventare anche lui randagio.
E la possibilità di “riscatto”, di rovesciare la situazione, di far uscire fuori quella parte repressa di sé si realizza nel momento in cui David trova una pistola con sei colpi all’interno.
Da qui in poi il libro “Randagio” diventa l’irrompere della violenza, di scene deliranti in cui gli spettri del passato emergono distruggendo la realtà fragile di David.
Lo scrittore Giorgio Demasi in “Randagio” dà molto risalto alla sensibilità del protagonista, alle sue debolezze, alle sue tante fobie e follie che lo portano a mostrarsi totalmente in una dimensione che è a metà tra la realtà e l’immaginazione.
“Randagio” è un libro scritto per dare risalto al mondo interiore che vive di conflitti, di tensioni e di emarginazione.
Un romanzo che scorre con velocità, di facile lettura, anche se con qualche errore dovuto probabilmente a una poca attenzione nella correzione di bozze.
In complesso “Randagio” risulta essere un libro dai contenuti interessanti, che pone l’accento sulla fragilità dell’animo umano, soprattutto di quello giovanile, più esposto alle difficoltà e all’instabilità quotidiana.