Di cosa parla Shirley di Charlotte Bronte
Shirley, protagonista del romanzo di Charlotte Bronte, è una ragazza ricca e tenace dello Yorkshire di inizio Ottocento. Intelligente, leggiadra, testarda e dal fascino irresistibile per molti contendenti, non è una donna semplice da portare all’altare né, tantomeno, da sottostare alle tipiche maniere maschiliste e signoreggianti dell’Inghilterra del Diciannovesimo secolo.
Ereditiera di un vasto terreno, di un’abitazione e di parte di una fabbrica di un villaggio inglese, è destinata ad attendere un marito col quale condividere le sue numerose ricchezze. Caroline, più giovane di Shirley di qualche anno, è il suo opposto: povera, orfana, priva di qualsiasi bene, timida e sensibile, non ha molto cui ambire, se non sottostare alle dure leggi di quei tempi e obbedire ai voleri dello zio, il reverendo Helstone.
Nonostante le diversità sia in ambito caratteriale sia per classe sociale, le due ragazze trovano conforto l’una nell’altra divenendo migliori amiche, confidenti, sorelle. Il loro legame, forte e puro, è destinato a crescere e intensificarsi nel tempo, e ambedue confidano nella reciproca fiducia e nel reciproco affetto, perfino quando si rendono conto di provare un sentimento profondo verso lo stesso uomo, Robert Moore, proprietario di un’azienda, colmo di debiti e non ben visto dai molti dei suoi operai che pensano lui sia un cattivo gestore, indifferente ai loro problemi e alle loro richieste.
La situazione economica di Moore non è delle migliori e l’unico modo per rimediare, forse, a quella che pare la soluzione ai suoi problemi, è il matrimonio con la ricca Shirley, ma i piani non sempre si svolgono come previsti e il destino dell’affascinante ragazza sembra non essere legato a quello del giovane imprenditore.
Sarà la umile Caroline, il cui cuore frequentemente infranto, tremante e sofferente per la certezza di non poter mai essere ricambiato dagli stessi sentimenti da parte di colui che ama, ad accorgersi, invece, di essere l’unica a poter “salvare” Robert facendo emergere in lui sentimenti offuscati e repressi, tenuti rinchiusi troppo a lungo, rinnovandolo di nuova luce e speranza, trasformandolo in una persona nuova e altruista.
L’autrice di Shirley, Charlotte Bronte, è una delle scrittrici più amate e apprezzate dell’Ottocento, rappresentando un’icona della letteratura inglese di quell’epoca, i cui romanzi, tradotti in molte lingue e distribuiti in tutto il mondo, vengono letti ancora oggi con passione e costanza.
Del tutto attuali ai nostri giorni e per nulla considerati antiquati per la molteplicità dei temi trattati, in essi sono insiti i più svariati argomenti: dai conflitti sociali e generazionali alle discriminazioni sessuali, dai rapporti tra fratelli, genitori e figli a quelli fra subordinati e padroni, dai sentimenti contrastanti di amore e odio verso qualcuno, ai dolorosi pensieri che i protagonisti spesso hanno prima di prendere qualche ardua decisione o compiere un difficile passo.
Charlotte è in grado di inserire tra un capitolo e l’altro, tra un fatto importante e quello successivo, descrizioni di una natura incontaminata e intatta, satura di tutti i suoi colori, le sfumature e i contorni, dando spazio al lettore alle proprie riflessioni, lasciando che egli si immerga momentaneamente in un paesaggio inglese dominato da boschi, ruscelli, nuvole e fiori, inebriato dei suoi profumi e dei suoni che ne fanno da padroni.
Shirley, scritto nel 1849, rappresenta il secondo romanzo dell’autrice, dapprima nota con il nome maschile di Currer Bell, utilizzato per non destare eventuale pregiudizio tipico dell’epoca nei confronti della donna, dopo il più famoso e incredibile Jane Eyre, dal quale sono stati tratti diversi film.
Nonostante sia meno noto rispetto al primo libro della Bronte, Shirley è un romanzo che non dovrebbe essere celato dalla celebrità di Jane Eyre poiché si legge con la stessa passione e dedizione, i cui temi sono ricorrenti e i cui pensieri dell’autrice non possono fare altro che darci consigli.
Un romanzo realistico ma sognatore, ricco di poesia e sentimento, di emozioni forti e vere; un libro che tutti dovrebbero tenere nella propria biblioteca personale.
Recensione scritta da Margherita Acs
Secondo commento della giornata cara Margherita. a differenza del precendente libro da te recensito (La mia vita con i Leoni) che non ho ancora letto, questo della Bronte lo conosco bene. Come dici tu, un peccato sia considerato il “fratello minore” del più noto Jane Eyre, che considerò di pari livello come stesura e “coinvolgimento” che riesce a suscitare nel lettore.Da rivalutare assolutamente.
Ancora una volta la brava Margherita ci presenta un libro che non conoscevo. Nelle mie esperienze letterarie mancano del tutto i romanzi della Bronte…leggendo questa recensione mi rendo conto che forse dovrei proprio rimediare! Mi piacciono le storie di donne forti e determinate che non si piegano alle convenzioni sociali, mi piacciono le storie di amicizie forti e le storie d’amore non stucchevoli (come mi pare sia quella di Shirley). Credo che lo leggerò. Grazie mille Margherita!!